Una crisi dopo l’altra, senza respiro e senza visione. È il quadro allarmante che emerge dagli ultimi report diffusi in Piemonte sullo stato di salute del tessuto produttivo locale, in particolare per quanto riguarda le micro, piccole e medie imprese (MPMI). A lanciare l’allarme, ancora una volta, è CNA Piemonte, con i vertici Delio Zanzottera e Giovanni Genovesio – rispettivamente segretario e presidente – che sottolineano come la continua instabilità stia minando in profondità la competitività del sistema imprenditoriale.
L’ultima analisi congiunturale di Unioncamere Piemonte mostra un trend negativo ormai costante: per il quinto trimestre consecutivo, la manifattura regionale registra segnali di sofferenza. Tra i comparti più colpiti spiccano l’automotive, il tessile, la meccanica e la componentistica, mentre solo pochi settori strategici, come l’aerospazio, riescono ancora a resistere. A confermare le difficoltà c’è anche il calo dell’export (-3,5%) che, secondo CNA, rappresenta un chiaro sintomo di un mercato asfittico e sempre più competitivo.
Ma non si tratta solo di produzione. Il mercato del lavoro presenta segnali altrettanto preoccupanti: nel trimestre maggio-luglio, il Piemonte ha visto una contrazione tendenziale dell’occupazione del 5,1%. Il dato più inquietante, però, riguarda la difficoltà crescente nel reperire figure professionali adeguate. Uno studio di CNA prevede che nel secondo semestre del 2025 circa la metà dei posti disponibili non sarà coperta per mancanza di competenze. Un paradosso in un’economia che cerca innovazione ma fatica a formare (o attrarre) i profili necessari.
Sul fronte della liquidità, le criticità si fanno ancora più urgenti. Un’impresa su quattro in Piemonte è a rischio insolvenza, e a soffrire maggiormente sono le MPMI, colpite duramente dalla stretta del credito e dalla scarsa reattività del sistema bancario. “Non basta tagliare i tassi d’interesse,” sottolineano Zanzottera e Genovesio. “Serve una risposta sistemica: moratorie immediate, strumenti di credito più snelli, interventi mirati e una vera sinergia con le istituzioni finanziarie.”
Le cifre parlano chiaro: in Italia, le micro, piccole e medie imprese rappresentano circa il 95% del totale, ovvero oltre 4 milioni di realtà economiche che costituiscono la spina dorsale della produzione nazionale. “Non si può più continuare a considerare la crisi come un evento straordinario,” ribadiscono i vertici CNA. “Occorre un cambio di paradigma: servono politiche industriali lungimiranti, una strategia di medio-lungo periodo e un rafforzamento concreto del dialogo tra istituzioni e associazioni di categoria.”
Proprio su questi temi si focalizzerà la IX Assemblea di CNA Piemonte, in programma il prossimo 13 luglio, dal titolo emblematico: “Una visione futura”. L’obiettivo è definire una nuova rotta, condivisa e sostenibile, per uscire da una crisi che rischia di diventare una condizione permanente. Il tempo per gli interventi-tampone è finito: ora serve costruire il futuro.