
Crack Asa: la Corte d’Appello dà ragione ai sindaci. I Comuni non dovranno pagare i debiti

Buone notizie per i comuni coinvolti nel crack dell’Asa: la Corte di Appello di Torino ha sentenziato che gli enti locali non dovranno sborsare neanche un euro per ripianare gl’ingenti debiti accumulati dall’ex società consortile che gestiva la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti di oltre 50 comuni. La scelta dei sindaci di ricorrere alla Corte d’Appello, anche se la sentenza di primo grado aveva ridotto il pagamento da 14 milioni a 9 milioni di euro, si è rivelata vincente.
Sul tavolo c’erano 9 milioni di euro relative alle perdite inscritte nel biennio 2008-2010. Una bella batosta per i comuni: a conti fatti Rivarolo Canavese avrebbe dovuto pagare 2 milioni di euro circa e 150 mila euro Valperga, tanto per fare alcuni esempi. Denaro che era stato forzatamente accantonato per pagare i debiti in caso di sentenza sfavorevole. “E’ una notizia più che positiva – commenta il sindaco di Valperga Fausto Francisca -. Quella spada di Damocle dell’Asa pendeva sulla testa dell’amministrazione ci impediva di utilizzare fondi importanti per la comunità”.
La sentenza è stata depositata, come comunica l’avvocato Carlo Emanuele Gallo in una e-mail inviata a tutti i sindaci interessati, nella mattinata di oggi, giovedì 28 novembre. “Comunico con molto piacere anche a nome del professor Cavallo Perin che la Corte d’Appello – scrive il legale – ha integralmente accolto le nostre opposizioni, dichiarando che nulla è dovuto dalle Comunità montane, dalla Unioni e dai Comuni ad Asa e Unicredit. La soddisfazione è particolarmente rilevante tenuto conto della complessità della vicenda, che indotto la Corte d’Appello a compensare le spese”.
La sentenza sancisce, quindi, che il Lodo Asa che aveva condannato i comuni a pagare, è formalmente nullo.