06/04/2020

Cronaca

Coronavirus: i tecnici del soccorso canavesani chiedono il riconoscimento della professionalità

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In questi giorni di emergenza i soccorritori, insieme ai medici ed infermieri, si sono sentiti definire “eroi”. “Ma sono 28 anni – scrive Francesco Mancuso, Direttore del National Rescue Council (NRC) con sedi a Torino e in Canavese – che i soccorritori rendono funzionante il servizio di emergenza sanitaria territoriale nazionale, nella maggior parte dei casi a titolo gratuito, senza che sia mai stata riconosciuta la loro figura come ‘professionale’. Ma il Dpr 27 marzo 1992, istitutivo del 118, prevedeva anche la creazione della figura del soccorritore professionista con le sue relative specializzazioni (es. autista-soccorritore). Pensiamo che sia arrivato in modo inderogabile il momento di procedere al riconoscimento della figura del soccorritore o meglio del tecnico dell’emergenza e soccorso territoriale con le relative specializzazioni”.

Questo appello è stato lanciato dal National Rescue Council in una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al Ministro della Salute, Roberto Speranza.

Mancuso aggiunge altri elementi: “I soccorritori, pur essendo spesso volontari, lavorando in nome e per conto dello Stato, sono soggetti a responsabilità civili, penali e amministrativi allo stesso modo dei sanitari professionisti retribuiti (medici ed infermieri), senza nemmeno poter avere un’assicurazione che li tuteli, sia civilmente che penalmente. Ma da sempre, in modo silenzioso, hanno dato dimostrazione di alta professionalità in qualsiasi situazione, trovando dentro di loro il miglior equilibrio possibile. Nonostante tutto, continuano la loro attività con senso di responsabilità e coraggio, cercando di essere meticolosi e attenti alle procedure operative impartite dalle singole Regioni. Sì, perchè manca un vero e proprio coordinamento formativo nazionale”.

E a conclusione della lettera l’appello: “Sia a titolo personale, ma soprattutto per tutti coloro che sono stati definiti ‘invisibili’, penso sia arrivato in modo inderogabile il momento di procedere, senza alcuna esitazione e con la massima convinzione, al riconoscimento della figura del soccorritore o meglio del tecnico dell’emergenza e soccorso territoriale con le relative specializzazioni, anche a titolo di riconoscimento dell’attività svolta in tutti questi anni”.

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