
Confagricoltura: frutta di ottima qualità, ma il mercato è rallentato dalle vacanze. Incognita autunno

A causa dell’anomala e prolungata ondata siccitosa, sottolinea Confagricoltura, la parola d’ordine per i frutticoltori è stata diradare di più, per avere frutti più grandi e più resistenti. Infatti, le piante cariche di pesche, albicocche, pere e mele soffrono di più la carenza d’acqua e, con le alte temperature, rischiano di andare in stress idrico, con conseguente cascola dei frutti.
“Buoni i risultati per pesche e nettarine, anche se con l’avvicinarsi delle ferie preoccupa il rallentamento nei consumi. Discreta l’annata anche per i piccoli frutti, nonostante le perdite dovute alle temperature eccessive del mese di giugno. Si prospetta – conclude Michele Ponso – un’ottima produzione in termini qualitativi e quantitativi per mele e pere, ma l’incognita resta l’autunno e il panorama globale tra confitto ed inflazione”.
“Aria calda, mercato fermo”. Sintetizza così, Massimiliano del Core, presidente della Organizzazione Interprofessionale dell’ortofrutta italiana, la situazione del comparto e aggiunge: “Dopo l’ottima partenza delle angurie sui mercati Nord europei, assistiamo ad un rallentamento. Bene le pesche e le albicocche, malgrado queste ultime siano un frutto delicato, che sconta la finestra stagionale stretta. La frutta presenta un ottimo grado zuccherino”.
“Per l’uva da tavola – continua Del Core – l’incertezza sui mercati rende fredda la campagna, nonostante la qualità e le buone caratteristiche organolettiche. Resta sostenuta la domanda di prodotto di Club (uva e angurie) senza semi. Siamo ottimisti per l’uva da tavola, il periodo clue sarà dopo Ferragosto e si protrarrà fino a settembre-ottobre”. La frutta italiana è un’importante voce dell’export agroalimentare. Diventa la prima insieme agli ortaggi, rappresentando più di un quarto dell’intera produzione agricola nazionale.