18/11/2015
Cronaca
Colleretto Castelnuovo: gli abitanti risistemano la strada che porta al Santuario di S. Elisabetta
Castellamonte
/Hanno preso in mano vanghe e picconi e si sono messi a riparare la strada dissestata perché la Città Metropolitana, nonostante le ripetute segnalazioni non interviene. In frazione Santa Elisabetta di Colleretto Castelnuovo, i residenti si sono dovuti rimboccare le maniche e provvedere da soli. E pazienza se sono contribuenti che pagano le tasse dovute anche per la manutenzione delle strade: i buchi che costellano quei sette chilometri di strada provinciale che da Colleretto conducono alla frazione, dove sorge il famoso Santuario che si affaccia su una invidiabile terrazza panoramica che domina il Canavese, sono pericolosi.
Eppure non si può dire che non sia stato tentato di tutto: soltanto qualche mese fa, a luglio, il sindaco Aldo Querio Gianetto aveva scritto una lettera indirizzata a premier Matteo Renzi per chiedere un suo intervento. Il loquace presidente del Consiglio non ha mai risposto, neanche con un twitter, così non hanno mai risposto agli appelli lanciati dal primo cittadino gli enti competenti e il sindaco della Città Metropolitana Piero Fassino. E pensare che Aldo Querio Gianotti si era anche dichiarato disponibile e mettere in vendita una delle sue pregevoli motociclette realizzate artigianalmente per contribuire alla risistemazione di quel tratto di strada.
Alla fine, dopo aver capito che della questione non importa a nessuno (per usare un eufemismo elegante), il sindaco, i ristoratori Michelangelo Merlo e Diego Bertot e alcuni volenterosi si sono messi a riempire di bitume le buche nei tratti più disagevoli. La strada, se si può ancora chiamare così, alla Città Metrolitana non interessa. E si vede: ormai, dopo anni di completa trascuratezza è diventata poco più di un sentiero buono per capre e muli. Anni fa l’ex Provincia aveva effettuato alcuni lavori nel primo tratto di strada dove sono presenti i tornanti. Poi non è stato fatto più nulla. E pensare che Santa Elisabetta era al centro di un progetto di rilancio turistico che avrebbe dovuto dare un nuovo impulso all’economia della Valle Sacra. Evidentemente il problema non interessa alle istituzioni. Santa Elisabetta rimane abbandonata a se stessa.
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