
Ciriè: era un dipendente Iveco l’uomo trovato cadavere nei boschi. S’indaga per omicidio
Era un dipendente dell’Iveco l’uomo di 49 anni ritrovato cadavere tra i boschi a Devesi di Ciriè, in località Robaronzino. L’esame autoptico eseguito dal medico legale su disposizione della magistratura ha evidenziato che il decesso è stato causato da un proiettile esploso da un mini-revolver dalla provenienza ancora non accertata.
Uno strano suicidio e, soprattutto, ancora inspiegabile. Il ritrovamento del corpo esanime del dipendente Iveco ha avuto luogo nella mattinata di domenica 9 ottobre. Su questo decesso il procuratore capo di Ivrea ha aperto un fascicolo per omicidio a carico di ignoti allo scopo di poter indagare in tutte le direzioni e senza escludere nessuna ipotesi.
Quello che a investigatori e inquirenti appare strano è che l’uomo non abbia lasciato nessun biglietto nel quale spiegava l’insano gesto compiuto a poca distanza dall’abitazione nella quale abitava con la figlia minorenne.
Ed è ancora più strano che possa avere deciso di porre fine ai suoi giorni di punto in bianco perché amici e vicini di casa lo descrivono come una persona serena, senza nemici, solare e generosa. Una delle ipotesi che si stanno esplorando è quella che questa morte apparentemente ancora senza un giustificato motivo possa essere riconducibile all’ambiente professionale.
Per questa ragione i carabinieri della tenenza di Ciriè raccoglieranno le deposizioni di alcuni ex colleghi dell’uomo nella speranza di poter iniziare a dipanare questa intricata matassa.