
Chivasso, è polemica sul manifesto anti-abortista: “Mamma, accoglimi: non sono un grumo di cellule”

E’ stata affisso soltanto da un paio di giorni e già ha sollevato una ridda di polemiche: al centro delle accese contestazioni è un manifesto fatto stampare dal Movimento per la Vita e dal Centro aiuto per la Vita che si trovano in via Mazzè a Chivasso e affisso nelle bachese dei portici della centralissima via Torino a Chivasso.
“1978-2018: in 40 anni di aborto, con la legge 194, in Italia sono stati soppressi 5.689.904 bambini nel grembo materno. Mamma, accoglimi: non sono un grumo di cellule, anche io ho il diritto di di vivere” si legge sul manifesto dove campeggia l’immagine di un feto nei primi tre mesi di sviluppo e mai occasione poteva essere più propizia per colore che difendono la vita il quarantennale che celebra l’avvento della legge 194 sull’aborto.
Sulla vicenda interviene l’assessore regionale alle Pari Opportunità e Diritti Monica Cerutti che stigmatizza con durezza l’episodio: “Non si scherzi sulla pelle delle donne, quel manifesto è offensivo. Si tratta di un’ennesima provocazione contro una legge dello Stato, la 194, che lascia libera la donna di scegliere se proseguire o meno la gravidanza”.
E in questo contesto, l’amministratore regionale ricorda come qualche tempo fa fosse apparso a Roma e la sindaca Virginia Raggio lo aveva fatto rimuovere. Un altro manifesto simile a quelli contestati era stato affisso nei giorni scorsi anche a Biella.
“Tutti hanno lo stesso intento: cercare di far sentire in colpa le donne che decidono di abortire – sottolinea Monica Cerutti -. Fare pressioni di questo tipo è un reato e vorrei ricordare che essere liberi di dire la propria non significa offendere gli altri e intromettersi in scelte personali. E il manifesto anti-aborto insulta e cerca di far sembrare criminale ciò che invece criminale non è”.
Anche la Cgil assume una posizione intransigente e chiede al sindaco Claudio Castello di far rimuovere il manifesto incriminato: “E’ importante essere in tanti a prendere poichè negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un pesante attacco ai diritti civili conquistati negli ultimi decenni e a un incremento della violenza contro le donne – spiegano al sindacato -. E le prime dichiarazioni di neoministri raccontano un’idea di società e di cultura che prefigura un arretramento dei diritti di cittadinanza nel loro complesso”.