
Chivasso: la procura di Ivrea indaga sulla discarica. Troppe le morti per tumore

L’ipotesi di reato è quello di inquinamento ambientale: la procura di Ivrea ha aperto un fascicolo contro ignoti per inquinamento ambientale che riguarda la “famigerata” discarica di Chivasso che sorge in regione Pozzo. L’inchiesta, condotta dal pubblico ministerro Chiara Molinari, è scaturita dalla denuncia presentata nel 2016 da alcuni cittadini, assistiti dall’avvocato Maria Grazia Pellerino e dall’esposto di Paolo Zandarin presidente dell’associazione ambientalista “Terrasana”. La procura intende appurare se esiste un nesso di causalità tra l’aumento della mortalità per tumore nella zona chivassese e la presenza della discarica che si sospetta abbia anche inquinato la falda acquifera nel lontano 2001.
L’impianto è stato al centro di diversi altri episodi di cronaca: nel 2002 e nel 2014 parte della discarica fu devastata da alcuni incendi. Ma quel che viene ritenuto dai residenti nella regione Pozzo e dalle associazioni ambientaliste dec isamente più preoccupante è la presenza di un’alta concentrazione di polevceri sottili che sarebbe stata causata dal conferimento di rifiuti tossici di un’industria chimica di Pioltello nell’hinterland milanese.
L’innalzamento dell’indice di mortalità, evidenziata da uno studio epidemiologico eseguito dall’Asl T04 nel biennio che va dal 2011 al 2013 preoccupa da anni la popolazione: sono quasi 300 le persone che avrebbero perso la vita a causa del cancro. Ma finora non è stato possibile dimostrare che vi sia uno stretto legame tra la presenza della discarica chivassese, una delle più grandi di tutto il Nord Italia, e l’aumento dei decessi per tumore.
In questo contesto il sostituto procuratore della Repubblica ha dato mandato all’Arpa, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, di effettuare accurate indagini. Dal 31 agosto di quest’anno ormai, la discarica è chiusa.