
Chivasso aderisce alla mobilitazione globale “Stand for Gaza”: ieri alle 13.30 i rintocchi delle campane del Duomo
Anche la città di Chivasso parteciperà alla mobilitazione internazionale “Stand for Gaza”, promossa dal Comune di Bethlehem, con cui è gemellata dal 1986. L’iniziativa, lanciata dal sindaco di Bethlehem Maher Nicola Canawati e accolta con convinzione dal primo cittadino Claudio Castello, vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sul dramma umanitario che sta colpendo la Striscia di Gaza, in particolare i bambini, vittime della fame e della guerra.
Ieri, sabato 26 luglio, alle ore 13.30 (ora italiana), era prevista una diretta Zoom aperta alla comunità globale al link https://us06web.zoom.us/j/82992240436?pwd=OS5daxxBxntxHqytsaZCpa5jGk0qM9.1. Nello stesso momento, a Chivasso, hanno suonato le campane della Chiesa Collegiata di Santa Maria Assunta, come gesto simbolico di vicinanza e partecipazione, grazie alla disponibilità del parroco don Davide Smiderle.
«La Città di Chivasso – ha dichiarato il sindaco Claudio Castello – ha accolto sin da subito l’appello del Comune gemello di Bethlehem. In questi lunghi mesi di conflitto abbiamo condiviso con loro preoccupazioni e dolore, partecipando a sit-in, petizioni, esponendo la bandiera palestinese, approvando un Ordine del Giorno in Consiglio comunale e mantenendo costanti contatti con l’Ambasciata di Palestina in Italia. Domani le campane della Collegiata saranno un ulteriore segnale della nostra solidarietà».
L’iniziativa vuole anche denunciare la grave emergenza alimentare che colpisce la Striscia di Gaza. Secondo dati delle Nazioni Unite, al 13 luglio 2025, almeno 875 persone sono state uccise mentre cercavano di accedere a punti di distribuzione alimentare, chiusi a causa del blocco dei valichi. «Ci sentiamo in colpa a mangiare – ha scritto il sindaco di Bethlehem – sapendo che bambini e neonati muoiono di fame, o che persone vengono uccise mentre attendono aiuti umanitari».
Una tragedia che continua a scuotere le coscienze. La partecipazione di Chivasso rappresenta una voce in più nella richiesta di pace e giustizia per il popolo palestinese.