Castellamonte: slitta la chiusura della discarica di Vespia. All’appello mancano 300 mila euro

29/09/2019

La chiusura della discarica di Vespia nei pressi di Castellamonte rischia di trasformarsi in una lunga telenovela: l’impianto sarà dismesso ma occorrono ancora 300mila euro. Di questo si è lungamente discusso nella riunione della commissione consigliare che ha avuto luogo nei giorni scorsi. Il grande accumulo di rifiuti che sorge tra le frazioni di Muriaglio, Campo e Preparetto continua ad essere fonte di forti preoccupazioni tra la popolazione che vive a poche decine di metri dalla grande discarica. All’incontro hanno preso parte anche il sindaco Pasquale Mazza, i rappresentanti delle frazioni interessate, l’assessore all’Ambiente Marco Bernardi Ghisla, il consigliere di minoranza Giovanni Maddio, il geologo Daniele Chiuminatto, Flavia Casassa portavoce del Comitato “Monti Pelati” e Fabrizio Zandonatti, presidente e amministratore delegato della società Agrigarden Ambiente che dal mese di giugno 2018 gestisce l’impianto.

Sotto accusa è il piano finanziario redatto nel 2015 che ha sottostimato la quantità di percolato che le migliaia di tonnellate stoccate avrebbero prodotto e, cosa non da poco, i costi della manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto per i prossimi 30 anni. In più si aggiunge alla lunga lista delle cose negative il fatto che l’Asa (la società che in precedenza gestiva il sito) non aveva accantonato neanche un euro nonostante fosse stato calcolato che la fase post mortem della discarica avrebbe comportato un costo di 3 milioni e 450mila euro. Una cosa è certa. Che la chiusura della discarica continuerà a condizionare la vita delle frazioni anche nei prossimi anni.

Nel corso dell’incontro la società Agrigarden ha annunciato che a breve presenterà un progetto di risagomatura finale e recupero ambientale. È il preludio a un nuovo ampliamento? Fabrizio Zandonatti ha spiegato che si tratterà in realtà del recupero di volumetria. Il lato Malesina della discarica e il lato est presentano una pendenza eccessiva che rischiano di far letteralmente scivolare la copertura. In questo contesto l’azienda punta a modificare la pendenza per evitare che le acque non defluiscano in strada in modo incontrollato. Una delle soluzioni individuate sarà quella di incrementare lo spessore dello strato di terreno di almeno 60 centimetri per consentire lo sviluppo della vegetazione.

E per l’Agrigarden sono gli unici interventi “non profit” per risolvere le criticità per i prossimi 30 anni.

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