
Castellamonte: ribaltata in Appello la sentenza che dava ragione all’infermiera no-vax. L’Asl non deve pagare
Era stata sospesa dal servizio senza stipendio perché avrebbe rifiutato di vaccinarsi contro il Covid, sostenendo che l’azienda sanitaria le avrebbe far dovuto firmare il consenso informato. Protagonista della vicenda è un’infermiera residente a Castellamonte. In tribunale a Ivrea l’Asl T04 era stata condannata a pagare alla dipendente le retribuzioni maturate e non percepite oltre alle spese legali. Nel ricorso effettuato dall’Asl alla Corte d’Appello di Torino, i giudici hanno completamente ribaltato la sentenza di primo grado: in sostanza i magistrati giudicanti hanno ritenuto legittimo il comportamento dell’azienda sanitaria. E nel lasciarla a casa senza stipendio l’Asl si sarebbe comportata legittimamente.
La vicenda risale al 4 settembre 2021: quel giorno o la donna si presentò all’hub vaccinale di Cuorgnè accompagnata dai propri legali. Al medico vaccinatore aveva spiegato che si sarebbe sottoposta al vaccino senza aver firmato il consenso informato. Il medico, in quell’occasione, ribadì il concetto che il vaccino anti-Covid sarebbe stato somministrato senza l’esplicita autorizzazione dell’interessata.
Da allora l’infermiera sospesa dal servizio, aveva presentato ricorso alla sezione civile del tribunale di Ivrea che le aveva dato ragione. la Corte d’Appello ha deciso diversamente: niente stipendio, dunque, in relazione al periodo di sospensione. Adesso la donna è tornata al lavoro e i suoi legali attendono che siano depositate le motivazioni della sentenza per poter eventuale fare ricorso in Cassazione.