Castellamonte, il sindaco al prefetto: “Mancano i fondi per garantire sicurezza e una tranquilla vita sociale”
Castellamonte, il sindaco al prefetto: “Mancano i fondi per garantire sicurezza e una tranquilla vita sociale”
Castellamonte, la “Città della Ceramica” si trova al centro di un acceso dibattito sulla sicurezza urbana e sul ruolo delle autorità locali nel prevenire e gestire gli episodi di violenza. Il recente accoltellamento di un uomo di 52 anni, seguito dall’arresto del suo coinquilino di 51 anni, ha riacceso le preoccupazioni sulla crescente frequenza di tali eventi. Il sindaco Pasquale Mazza, in un appello al prefetto, ha evidenziato la scarsità di risorse che limita la capacità della città di contrastare efficacemente questi fenomeni e di implementare strategie preventive e repressive.
Durante un incontro a Ivrea, il primo cittadino ha condiviso queste preoccupazioni con altri amministratori, sottolineando la necessità di investimenti finanziari e di soluzioni per le gravi carenze di personale nelle forze dell’ordine. Mazza ha anche richiesto leggi più stringenti che garantiscano la certezza della pena per atti inaccettabili che minano l’integrità individuale.
Il sindaco ha inoltre messo in luce come l’incidente sia sintomatico di problemi più ampi che affliggono la società, in particolare quelli legati al disagio sociale ed economico che molte persone affrontano quotidianamente. Ha posto l’accento sul crescente malessere giovanile e sulle sfide che le nuove generazioni devono affrontare, come il bullismo, la formazione di babygang e il fenomeno dello spaccio di sostanze illecite. Questi problemi sono esacerbati, secondo Mazza, dalla realtà familiare moderna, dove spesso entrambi i genitori lavorano e i giovani, una volta usciti da scuola, mancano di una supervisione adeguata.
La situazione a Castellamonte riflette una problematica nazionale, dove le comunità locali si trovano a dover gestire questioni di sicurezza e coesione sociale con risorse limitate. L’appello del sindaco Mazza al prefetto non è solo un grido di allarme per la sua città, ma un monito per una riflessione più ampia sulle politiche di sicurezza e sul benessere sociale in Italia.
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