
Carcere di Ivrea, ancora telefoni cellulari in cella. La polizia penitenziaria lancia l’allarme

Nella tarda serata di sabato 14 giugno, presso la Casa circondariale di Ivrea, è stato rinvenuto l’ennesimo micro telefono cellulare perfettamente funzionante, nascosto dietro il termosifone di una cella del terzo piano – Sezione detenuti lavoranti, lato sinistro, occupata da un detenuto italiano trentatreenne, fine pena nel 2024, in carcere per tentata rapina, tentato omicidio ed altro. Si tratta dell’undicesimo apparecchio ritrovato negli ultimi sette mesi.
A dare la notizia è l’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria). “Si tratta dell’undicesimo micro telefono cellulare rinvenuto dalla polizia penitenziaria in sette mesi – commenta il segretario generale Leo Beneduci -. Non è un episodio isolato e nuovo, ma indice di una situazione che permane all’interno dell’istituto nel quale già in passato si erano registrati ritrovamenti di questo genere.
Questo ennesimo episodio, rinnova l’attenzione su una situazione interna, carente, oggi come già in passato, di un necessario coordinamento: l’Osapp ha già più volte segnalato la mancanza delle figure principali che dovrebbero coordinare le attività operative della polizia penitenziaria quali un direttore e un comandante titolari. Il carcere di Ivrea si regge sull’operato e sui sacrifici del personale di polizia penitenziaria che, pur con le carenze del caso, assicura vigilanza continua e permette, ancora una volta, di riportare il rispetto interno delle regole.
L’amministrazione regionale e centrale deve, di fronte al rinnovarsi di tali episodi, assumere urgenti e pertinenti provvedimenti in merito: il personale deve essere tutelato e opportunamente coordinato nella propria azione di costante tutela della sicurezza e legalità”.