Canavese: rincarano energia e materie prime. Le aziende sono in affanno e fanno i conti con la crisi

23/03/2022

Prima la pandemia virale, poi i folli rincari delle bollette energetiche e adesso la guerra in Ucraina: non si può certo dire che l’economia nazionale e internazionale stia attraversando un momento favorevole. Il canavesano Fabrizio Rosboch, è amministratore delegato della Omp di Busano. E da dirigente industriale ha perfettamente ben presente quali ripercussioni la guerra che coinvolge la Russia e l’Ucraina, comporta per l’industria e le imprese in Europa, in Italia e in Canavese.

“Gli ultimi due anni, per il settore stampaggio e metalmeccanico, sono stati anni di recupero e consolidamento di quote di mercato. Molte realtà, forti del sostegno dei clienti, hanno ripreso fiducia tornando a credere ed investire nel territorio – spiega Fabrizio Rosboch -. Oggi, alla luce della nuova crisi innescata dal conflitto ucraino, tutte le previsioni e pianificazioni economiche sono completamente da rivedere. L’aumento incontrollato delle materie prime quali acciaio, carburanti e di riflesso il costo dell’energia, stanno condizionando irreversibilmente i conti economici. Alcune società senza contratti di medio lungo periodo sono state costrette a fermare la produzione. L’onda lunga delle forniture internazionali sta ancora sostenendo la domanda, tuttavia, se i prezzi non rientreranno a livelli sostenibili, brevemente l’Italia potrebbe andare fuori mercato. La mancata politica industriale ed energetica degli ultimi 30 anni sta giungendo alla resa dei conti. L’Italia sembra completamente inadeguata a sostenere crisi energetiche di questa portata. L’intera industria manufatturiera si trova inerme, costretta a subire gli eventi in attesa di serie strategie energetiche ed industriali”.

Gli incrementi riguardano anche le materie prime, le risorse energetiche e investono tutti i settori produttivi. In Canavese, culla della siderurgia e della meccanica, come ci si sta attrezzando per fronteggiare una situazione economica così incerta?

“Da anni le aziende controllano settimanalmente gli andamenti dei costi cercando di mediare le oscillazioni con contratti ad hoc. Finché gli aumenti sono omogenei per tutti gli attori del mercato è probabile che si possa verificare solo una diminuzione della domanda generale – afferma Fabrizio Rosboch -. Nel caso in cui gli aumenti risultino più gravosi in Italia, nei confronti di altri paesi, allora potremo perdere quote di mercato internazionale. Siamo sempre più interconnessi e gli aumenti dei costi faranno la differenza”.

Il decreto urgente varato dal governo Draghi destinato al contenimento dell’aumento dei prezzi dei carburanti e dell’energia elettrica per sostenere le imprese servirà a qualcosa?

“Le associazioni imprenditoriali ed industriali si sono già espresse definendo l’azione insufficiente, un gesto di buona volontà che però non può sostituire una seria politica energetica. Tutti sanno che alla base degli approvvigionamenti energetici ci vuole la suddivisione del rischio. Dipendere significatamene da un solo stato è stato ed è un grave errore. Altra cosa sono invece gli extra profitti speculativi degli intermediari e di alcuni settori che stanno accantonando a discapito dell’economia reale. È il momento di ragionare approfonditamente sulle azioni da attuare al fine di compensare i vari settori”.

L’occupazione potrebbe risentire dell’attuale situazione? In altri ambiti gl’imprenditori hanno dovuto fare ricorso per la mancanza delle materie prime. Come vede la situazione in Canavese?

“È da più di un ventennio che lavoro nel gruppo di famiglia in questo settore, questa è la 4° crisi sistemica che incontriamo: 11 settembre 2001, fallimento Lehman Brother 2009, pandemia covid 2019, ora 2022 guerra in Ucraina. Fino ad ora il territorio, come noi, ha sempre reagito resistendo ai cambiamenti e adattandosi. Credo che le aziende siano già pronte a reagire come in passato, qualora si ripresentassero le necessità. Ci si adegua giorno per giorno osservando e reagendo alle evoluzioni dello scenario internazionale”.

Tornando al conflitto scoppiato a Russia e Ucraina a causa dell’invasione di quest’ultima. II protrarsi della guerra quale problemi potrebbe comportare per l’economia del Canavese?

“C’è da augurarsi che si trovi una soluzione velocemente. Non voglio intraprendere strade che non mi competono, tuttavia, Aumenti del costo delle materie prime, inflazione in crescita, perdita del potere d’acquisto delle famiglie, tassi d’interesse in crescita sono forieri di tensioni economiche – conclude Fabrizio Rosboch -. Avremo su cui riflettere e lavorare duro, sperando di essere possibilmente coesi al fine di uscirne con meno danni possibili. Il vero problema viene da fuori, dal mercato internazionale, la soluzione ora dovrebbe arrivare da dentro con scelte coraggiose ed innovative in ambito energetico e industriale”.

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