
Canavese, medici e infermieri a digiuno per fermare la tragedia di Gaza: cresce l’adesione anche a Cuorgnè
Dal Piemonte alla Toscana, passando per il resto d’Italia, si allarga la mobilitazione degli operatori sanitari contro la tragedia umanitaria nella Striscia di Gaza. Anche nel Canavese, e in particolare a Cuorgnè, medici, infermieri e volontari partecipano al digiuno a staffetta per chiedere la fine delle violenze e la protezione della popolazione civile.
In pochi giorni le adesioni nella cittadina canavesana sono state decine: chi partecipa rinuncia a un pasto, si fotografa con il cartello “Digiuno contro il genocidio a Gaza” e condivide l’immagine sui social con l’hashtag #digiunogaza. L’iniziativa, partita in Toscana, è coordinata in Piemonte e Valle d’Aosta dal medico di base Moreno Festuccia e dall’infermiera Stefania Cecere, che sottolineano la responsabilità morale del personale sanitario di fronte a un’emergenza umanitaria senza precedenti.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, dopo 21 mesi di guerra nella Striscia di Gaza le vittime hanno superato quota 60.000, tra cui oltre 1.400 operatori sanitari. La popolazione, allo stremo, affronta ora anche la fame.
Il 28 agosto si terrà una giornata nazionale di digiuno con tre obiettivi chiave:
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Chiedere al Governo italiano lo stop agli accordi militari e alla fornitura di armi a Israele, oltre all’immediato cessate il fuoco e all’apertura di corridoi umanitari.
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Invitare aziende e istituzioni sanitarie, ordini professionali, università e società scientifiche a riconoscere formalmente il genocidio in corso e a impegnarsi per contrastarlo, aderendo alla petizione internazionale “Stop the Silence”.
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Sostenere la campagna di boicottaggio No Teva, promossa da BDS, contro l’azienda farmaceutica israeliana accusata di trarre profitti dall’occupazione e di essere coinvolta nel conflitto.
Un gesto semplice, ma potente, che vuole ricordare come anche la rinuncia di un pasto possa trasformarsi in una voce forte contro l’indifferenza.