
Canavese, le giornate “bollenti” minacciano anche la viticoltura

Non è ancora emergenza idrica ma se il caldo africano persisterà, l’agricoltura potrebbe subire pesanti contraccolpi. Il caldo eccessivo sta mettendo a rischio la produzione annuale di vino. Non è ancora il caso di nutrire soverchie preoccupazione, spiegano gli esperti, ma è bene essere consapevoli.
Le variazioni climatiche possono anche far cambiare la tradizione agricola. Il caldo torrido che insiste anche sul Canavese, sta creando qualche problema ai viticoltori. Il motivo? La carenza d’acqua. Fino a questo momento la maturazione dell’uva è stata ottima, anzi, se l’aria inizierà a rinfrescare la prossima vendemmia produrrà un vino migliore e più zuccherino. Il fatto di essere giunti alla terza settimana consecutiva con temperature oltre la soglia dei 30 gradi, inizia a creare qualche problema: anche i vitigni soffrono l’arsura e quando le radici trovano poca acqua la recuperano dalle foglie e dagli acini.
Le conseguenze? Che i raspi iniziano a seccare le foglie vecchie, soprattutto quelle che crescono alla base delle viti iniziano ad ingiallire. Questa, a giudizio dei viticoltori più esperti, è la settimana decisiva. Se il caldo torrido dovesse ancora continuare, la viticoltura potrebbe davvero essere a rischio.
In agricoltura il caldo può anche diversificare la produzione della frutta: in alcune zone, anziché coltivare la frutta di stagione, il caldo è propizio per le colture esotiche.