
Canavese: la neve riaccende le speranze per l’economia montana. Ma è allarme per le valanghe

Finalmente, dopo tanta attesa, è tornata a cadere la neve. Una precipitazione abbondante, circa 70 centimetri in montagna e qualche centimetro in pianura. E subito scatta l’allarme valanghe. Gli operatori turistici canavesani sorridono, finalmente rilassati. Questa tardiva e abbondante nevicata (non era così abbondante da due anni) assicura una prolungata apertura degli impianti sciistici e una insperata volta dell’economia locale. Ma la neve fresca, se fa felici anche gli appassionati di sci che già pregustano le vacanze pasquali sugli sci, costituisce un pericolo per chi si avventura fuori pista. L’Arpa regionale raccomanda la massima prudenza: sulle strade e sulle piste.
Il bollettino valanghe parla chiaro: “Sono ancora previste valanghe spontanee di medie e, in alcuni casi, grandi dimensioni. Per la diffusa presenza di lastroni soffici le valanghe possono distaccarsi già in seguito al passaggio di un singolo sciatore e raggiungere dimensioni medie. In tutti i settori il numero e le dimensioni dei punti pericolosi aumentano con la quota. Le escursioni con gli sci e le discese fuori pista richiedono esperienza nella valutazione del pericolo valanghe”. Nei prossimi giorni è prevista invece la diffusa presenza di nuovi lastroni per lo più soffici e instabili, il cui distacco può avvenire con debole sovraccarico su molti pendii ripidi in prossimità di creste, canali e cambi di pendenza. “È attesa una graduale diminuzione dell’attività valanghiva spontanea, tuttavia, sono ancora possibili valanghe spontanee di piccole e medie dimensioni, localmente grandi, in particolare sui versanti soleggiati – spiegano all’Arpa -. Le temperature relativamente basse determinano un lento consolidamento del manto nevoso”.