
Canavese, incendio ai Monti Pelati: otto ettari in fumo. Operaio segnalato alla Procura di Ivrea

Otto ettari di vegetazione andati in fumo in poche ore, un’area naturale protetta devastata, un intervento antincendio imponente e una comunità in allarme. È il bilancio dell’incendio boschivo che il 1° maggio 2025 ha colpito i comuni di Baldissero Canavese e Vidracco, in provincia di Torino, all’interno del sito Rete Natura 2000 “Monti Pelati e Torre Cives”. Dopo settimane di indagini, i Carabinieri Forestali hanno identificato il presunto responsabile: si tratta di un operaio, ora segnalato alla Procura della Repubblica di Ivrea per incendio colposo.
Secondo quanto ricostruito, l’incendio si sarebbe originato durante un intervento di manutenzione su una linea elettrica. L’operaio, impegnato nel taglio di pali in cemento con un flessibile, avrebbe inavvertitamente generato scintille che, a contatto con la vegetazione secca, hanno dato origine al rogo. Le condizioni del territorio – morfologia arida, sottobosco asciutto e vento – hanno facilitato la propagazione delle fiamme.
L’intervento di spegnimento è stato rapido ma complesso. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, i volontari AIB (Antincendi Boschivi) della Regione Piemonte e un mezzo aereo antincendio. Le operazioni si sono protratte fino al tardo pomeriggio e si sono concluse con una lunga fase di bonifica per evitare nuovi focolai.
Determinante è stata la tempestiva attivazione del servizio di emergenza ambientale 1515, che ha permesso ai Carabinieri Forestali di arrivare rapidamente sul luogo. Grazie ai rilievi effettuati, alla testimonianza dei presenti e all’analisi del punto d’origine delle fiamme, gli inquirenti sono riusciti a risalire all’identità dell’operaio.
La vicenda è ancora nella fase preliminare delle indagini, e sarà la Procura di Ivrea a valutare eventuali profili di responsabilità penale, anche in relazione al rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. L’episodio rilancia il dibattito sull’importanza della prevenzione e sul rischio sempre più concreto degli incendi boschivi, specie in primavera e in estate.
Il sito dei Monti Pelati, nonostante l’apparente aridità, è un habitat di notevole valore ecologico, incluso nella rete europea per la conservazione della biodiversità. Ogni danno a questo fragile ecosistema si traduce in una perdita di lungo periodo.
Il Comando Regione Carabinieri Forestale Piemonte ricorda l’importanza delle buone pratiche da adottare in prossimità di aree verdi: evitare l’uso di fiamme libere, non abbandonare mozziconi o vetri nei boschi, prestare attenzione all’uso di macchinari che possono generare scintille. Secondo i dati del Corpo Forestale, circa l’80% degli incendi boschivi in Italia avviene tra aprile e settembre. Solo in Piemonte, nel 2024, si sono registrati oltre 120 episodi.
Ancora una volta, l’intervento dei volontari AIB ha fatto la differenza. Grazie alla loro preparazione e alla presenza sul territorio, è stato possibile contenere rapidamente un incendio che, senza un’azione coordinata, avrebbe potuto estendersi ai comuni limitrofi. Fondamentale anche il supporto aereo, che ha permesso di arginare le fiamme nei tratti più impervi.
Il caso dei Monti Pelati rappresenta un esempio di quanto sia sottile il confine tra un’azione tecnica e una catastrofe ambientale. “La prevenzione, la vigilanza e la collaborazione tra istituzioni sono essenziali”, ribadiscono i Carabinieri Forestali, che invitano i cittadini a mantenere alta l’attenzione e a segnalare tempestivamente ogni comportamento sospetto o pericoloso.