16/04/2019

Cronaca

Canavese: fotografavano le vittime mentre dormivano. Arrestata dai carabinieri la banda dei furti in villa

Canavese

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Foto ricordo alle vittime che dormono e furti a tappeto in ville e abitazioni isolate di anziani. Individuata la banda di ladri accusata dai carabinieri di aver messo a segno almeno 79 colpi, in buona parte in Canavese. I carabinieri della compagnia di Pinerolo hanno arrestato sei persone, cinque albanesi e un italiano. La banda era specializzata nella “tecnica del succhiello”: con l’attrezzo da falegname foravano i serramenti di una finestra e facevano scattare la maniglia con una pinza. Colpivano a tappeto le zone prescelte, muovendosi a piedi tra un obiettivo e l’altro e scegliendo soprattutto ville isolate, dove potevano trovare i bottini più grossi e auto parcheggiate in giardino.

Colpivano, anche se in casa c’erano persone (soprattutto anziane) che dormivano. Come trofeo e ricordo della serata del furto, a volte, fotografavano le vittime a letto che dormivano. Il capo: “Sono fissato, sono entrato dentro e ho fatto le foto della figlia”. I carabinieri hanno notificato a Torino e Genova un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro persone (3 di nazionalità albanese e 1 italiana) e hanno sottoposto a fermo altre due persone di cittadinanza albanese, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti in abitazione e di autovetture e ricettazione.

L’indagine è iniziata nel marzo 2018 e ha permesso di documentare la responsabilità degli indagati, riguardo alla consumazione di almeno 79 furti in abitazione, compiuti tra i mesi di marzo e novembre 2018 in Torino e nei comuni di Bricherasio, San Germano Chisone, Luserna San Giovanni, Lusernetta, Perosa Argentina, Pinasca, Cuorgné, Colleretto Castelnuovo, Villar Perosa, Pont Canavese, Sparone e Susa, nonché nelle province di Cuneo e Asti.

Alternando da un giorno all’altro comuni siti a notevole distanza, anche in provincie diverse, per ostacolare le attività d’indagine. Per sottrarsi a qualunque controllo di polizia percorrevano sentieri del bosco dopo aver lasciato le autovetture intestate a prestanomi a chilometri di distanza per raggiungere le abitazioni più isolate e saccheggiarle, indossando sempre passamontagna e guanti.

Nel corso dell’attività investigativa sono state recuperate e restituite ai legittimi proprietari 10 autovetture e due pistole rubate. Sequestrate anche pistole di fabbricazione clandestina, utilizzate dalla banda durante i colpi.

 

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