14/01/2020

Canavese: prestavano soldi con interessi fino al 300%. Arrestati marito e moglie di Caluso

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Nella mattinatadi oggi, martedì 14 gennaio, nel contesto dell’operazione “Shylock”, militari della Guardia di Finanza di Torino, coordinati dalla Procura della Repubblica di Ivrea, hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di una coppia di Caluso, dedita all’usura, provvedendo al sequestro dell’intero patrimonio accumulato. Si tratta di A. F., originario di Carini e abitante a Caluso dal 2004, tratto in arresto e condotto in carcere e della convivente M.M., nata a Chivasso, colpita dal divieto di avvicinarsi alle vittime di usura.

Le indagini, condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Torino, sono state avviate nel 2017 all’esito di un’attività informativa e di una segnalazione di operazioni sospette ai fini della normativa antiriciclaggio, che ha permesso fin da subito di individuare alcune vittime della coppia, tutte residenti in Canavese.  Le vittime erano pensionati che non riuscivano a pagare l’affitto mensile, piccoli imprenditori in difficoltà, familiari di soggetti in precarie condizioni economiche, che avevano richiesto alla coppia prestiti nell’ordine di poche migliaia di euro.

Ricevuto il denaro, le vittime, che si sono trovate costrette a dover restituire somme ingenti, con tassi d’usura anche del 300% annuo, sono risultate ancora indebitate per la maggior parte, mentre la coppia si assicurava così una costante illecita fonte di profitto. I prestiti venivano effettuati in contanti e il denaro veniva scambiato sia “a domicilio”, sia in luoghi aperti e di passaggio: fuori da esercizi pubblici e anche nei pressi di caselli dell’autostrada A4 Torino-Milano. Oltre che a Caluso, la coppia operava a Chivasso, Borgaro Torinese, Mazzé, Val della Torre, Verolengo, Vinovo e Rondissone.

L’uomo, un cinquantenne privo di stabile occupazione, si faceva spesso accompagnare agli incontri dalla compagna, operatrice in una casa di riposo di Brandizzo, che lo supportava costantemente nella conduzione degli affari illegali. Le prime perquisizioni effettuate durante le indagini permettevano di sequestrare migliaia di euro in contanti, assegni e cambiali, abilmente occultati anche dietro un doppiofondo della cucina degli indagati. Per nulla intimorito, lo “strozzino”avrebbe indotto alcune vittime a riferire che i rapporti con lo stesso fossero riconducibili a compravendite di olio o legname, per eludere le indagini. Non pago di ciò, avrebbe anche imposto ad una vittima di essere assunto fittiziamente per due anni nella propria attività commerciale – un’agenzia di viaggi – così da disporre di apparenti redditi leciti.

Oltre all’esecuzione delle misure restrittive, è stato disposto il sequestro dell’intero patrimonio della coppia, costituito da 5 immobili ubicati a Caluso e Carini (Palermo), conti correnti e di deposito, per un valore di oltre 300 mila euro. Gli indagati hanno dichiarato redditi talmente esigui da non poter sostenere nemmeno le spese per il loro stesso sostentamento. I due non sono risultati soli nella conduzione delle proprie attività illecite.

Le indagini, infatti, hanno consentito agli inquirenti di portare alla luce un grave quadro indiziario, con il coinvolgimento di alcuni complici, la cui posizione è attualmente al vaglio della procura di Ivrea.

L’indagine svolta si inserisce nel quadro delle attività della Guardia di Finanza a contrasto dell’usura, un’odiosa pratica criminale che tende ad ottenere ingenti guadagni, sfruttando lo stato di bisogno di soggetti in grave difficoltà e nel novero delle iniziative volte a colpire l’illecito accumulo di ricchezza, nella prospettiva di restituzione alla collettività.

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