
Calcio a 5 Under 15: il Castellamonte abbandona il campo dopo insulti razzisti a un giocatore

Calcio a 5 Under 15: il Castellamonte abbandona il campo dopo insulti razzisti a un giocatore
Una partita sospesa, un ragazzo in lacrime e una squadra che ha deciso di dire basta. È quanto accaduto il 9 febbraio scorso durante l’incontro del campionato regionale Under 15 di calcio a 5 tra Castellamonte e Ch4 Sporting Club, disputato a Torino.
Al minuto 23 del secondo tempo, con il punteggio di 3-2 per la squadra di casa, i giocatori del Castellamonte hanno lasciato il campo in segno di protesta. La decisione, forte e inequivocabile, è stata presa dopo che un loro compagno di squadra, un 15enne di origini ivoriane, era stato bersaglio di insulti razzisti.
L’episodio e la scelta della squadra
Il giovane, in campo con la sua solita determinazione, si era reso protagonista di un intervento deciso su un avversario. Da lì è scaturita una reazione immediata, accompagnata da parole discriminatorie legate al colore della sua pelle. Colpito nel profondo, il ragazzo ha reagito d’istinto ed è stato espulso. A quel punto, la società canavesana ha scelto di ritirare la squadra, ritenendo inaccettabile proseguire la gara in quelle condizioni.
«Non potevamo restare a guardare», hanno dichiarato il dirigente Raffaele Luciani e l’allenatore Rodrigo De Lima, motivando la loro decisione.
Le conseguenze disciplinari e il mancato riconoscimento degli insulti
La scelta ha avuto un costo sportivo significativo: il Castellamonte ha subito una sconfitta a tavolino per 6-0 e il giocatore espulso è stato squalificato per tre giornate. Tuttavia, nel referto arbitrale non è stato fatto alcun cenno agli insulti razzisti. Il direttore di gara ha dichiarato di non aver sentito le frasi discriminatorie, annotando solamente la reazione del giovane e il conseguente caos in campo.
Di conseguenza, il giudice sportivo ha confermato la sconfitta d’ufficio per la squadra canavesana, definendo «ingiustificata» la decisione di abbandonare il campo e descrivendo il giocatore offeso come «colui che ha scatenato l’accesa discussione».
Solidarietà e riflessione sulla vicenda
L’episodio ha suscitato indignazione e riflessione all’interno del mondo sportivo, soprattutto alla luce delle testimonianze raccolte sugli spalti, che parlano di insulti provenienti non solo dal campo, ma anche dalla tribuna.
«Non è stata una decisione facile, ma era necessaria», ha ribadito la società Castellamonte, che ha dimostrato di anteporre i valori umani al risultato sportivo.
Il direttore generale del club, Biagio Montesano, ha confermato che il caso è ormai chiuso per la società: «Quando il nostro dirigente ha sentito l’insulto rivolto al nostro giocatore, ha deciso di fermare tutto. I due ragazzi si sono poi incontrati in Rappresentativa, si sono stretti la mano e sono arrivate le dovute scuse. Episodi come questi non dovrebbero mai verificarsi».
Un messaggio più forte del risultato
La partita è terminata senza un fischio finale, ma con un gesto che ha fatto rumore. Il Castellamonte ha perso a tavolino, ma ha vinto sul piano morale, scegliendo di difendere la dignità e il rispetto, valori che dovrebbero sempre essere alla base dello sport.