Busano: Armando Pomatto racconta in un avvincente libro, mille anni di storia e di vita del paese

08/09/2017

Racchiudere la millenaria storia di Busano in trecento pagine è stata un’impresa che si può definire titanica: un’impresa che Armando Pomatto, busanese di nascita ha compiuto con passione, competenza e con un impegno encomiabile. La presentazione del volume, intitolato “Busano, un angolo del Canavese, racconto di una terra forte e nascosta come certi sogni della nostra giovinezza” si è svolta nel tardo pomeriggio di giovedì 7 settembre di fronte ad una platea del teatro parrocchiale gremitissima. Mille anni di vita sono quelli documentati da registri e pergamene: in realtà l’archeologia data la nascita del centro abitato che ospita il polo dello stampaggio più importante d’Italia, all’insediamento, avvenuto almeno duemila anni prima di Cristo di popolazioni autoctone di origine ligure.

Lo sviluppo del paese ha però avuto luogo molti secoli più tardi con la conquista romana. Realizzato grazie al generoso contributo della ditta Omp di Busano e patrocinato dal Comune, il libro ripercorre con stile fluente e avvincente le tappe principali riguardanti la storia di questo paese di circa 1.500 abitanti, che ha rivestito fino ad oggi un ruolo importante nello sviluppo economico non solo dell’Alto Canavese, ma anche di quello piemontese. Il volume è suddiviso in tre parti: la prima che va dall’anno mille al 1.400, la seconda dal 1.400 all’Ottocento e la terza racconta cioò che è accaduto a Busano dal XIX secolo fino ai giorni nostri. Ricercare registri e documenti negli archivi di Stato, in quelli regionali, in quelli di Ivrea e quelli custoditi nella parrocchia del paese, ha richiesto un tempo incalcolabile e una grande pazienza, come hanno sottolineato nella presentazione il sindaco Gimbattistino Chiono e l’autore Armando Pomatto.

Tra i tanti pregi che questo primo libro sulla storia di Busano può vantare, c’è anche e soprattutto quello di aver reso protagonisti gli abitanti del paese. Cognomi, visi, testimonianze costituiscono la struttura portante di un libro che racconta, con dovizia di particolari non soltanto la vita di un paese, ma la continua trasformazione ed evoluzione della società e dell’economia attraverso i secoli in una terra, come quella canavesana, che non è soltanto simbolo della tecnologia e attività produttiva industriale, ma che è anche caratterizzata dalla presenza di monumenti architettonici e artistici di notevole pregio. L’aspetto devozionale, affrontato da don Silvio Caretto, parroco di Grosso, è sempre stata una costante nella vita di Busano: i suoi legami con il Sacro Monte di Belmonte, quelli contrastanti con potente abbazia di Fruttuaria di San Benigno Canavese, i legami ancora più contrastanti con il vicino comune di Rivara, costituiscono il “fil rouge” che conduce il lettore a compiere un percorso storico di grande interesse.

Il volume “Busano, un angolo del Canavese” è corredato da cartoline d’epoca, fotografie a colori e in bianco e nero e riproduzioni di antichi documenti. Ed è soprattutto avvincente il racconto della vita quotidiana di intere generazioni: una narrazione che Armando Pomatto ha sapientemente arricchito con esperienze e riferimenti culturali, che sono all’origine di ogni identità personale, come è sta ribadito durante la presentazione condotta con l’ausilio di numerose diapositive. Questa preziosa testimonianza, resa possibile grazie, come già detto, alla generosità della famiglia Rosboch-Pomatto, è destinata a costituire la pietra miliare di un percorso legato alla valorizzazione territoriale che l’amministrazione comunale ha intenzione di percorrere.

Il sindaco Chiono (il Comune ha patrocinato l’iniziativa editoriale) ha sottolineato che il ricavato del libro servirà a finanziare, anche con il contributo dell’imprenditore Giovanni Serena, il restauro conservativo di due preziosi registri. Una sinergia tra amministrazione e mondo economico che rappresenta un atto di amore nei confronti della propria terra. Numerosi gli ospiti presenti e che sono intervenuti nel corso dell’evento: dal già citato don Silvio Caretto, monsignor Carlo Ellena, al parroco di Busano don Renato, la dottoressa Vietta dirigente dell’Istituto scolastico comprensivo di Favria, il dottor Giovanni Bertotti del Centro Studi Alto Canavese e la restauratrice Sara Bertella.

La strabocchevole presenza di un pubblico attento e partecipe ha dato il giusto rilievo

a una manifestazione che valorizza non solo un paese, ma tutto un territorio, resa possibile grazie alla collaborazione di tante persone che hanno contribuito con documenti e racconti personali alla stesura del libro. L’evento si è concluso con il rinfresco offerto dall’amministrazione comunale.

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