Belmonte, l’allarme di Coldiretti: “E’ necessario abbattere più cinghiali al di fuori del Sacro Monte”

18/12/2023

Belmonte, l’allarme di Coldiretti: “E’ necessario abbattere più cinghiali al di fuori del Sacro Monte”

Aumentare il numero dei cinghiali abbattuti nel territorio della valle Gallenca e nella fascia pedemontana tra Cuorgnè e Forno Canavese. Questo obiettivo è stato al centro di un incontro tra Coldiretti Torino e gli uffici di gestione della Riserva speciale del Sacro Monte di Belmonte. La delegazione di Coldiretti Torino era composta dal presidente Bruno Mecca Cici, il direttore Andrea Repossini e il segretario di Zona di Rivarolo Massimo Ceresole. La rappresentanza dell’Ente di gestione del Sacro monte era guidata dal consigliere Diego Bertotti che, nell’Ente di gestione dei Sacri monti del Piemonte, rappresenta il territorio canavesano del santuario di Belmonte e comprendeva funzionari del settore forestale e guardiaparco dell’ente.
Si è parlato della necessità di aumentare e ottimizzare le azioni di depopolamento previsti dal Piano regionale per il contenimento della Peste suina africana in un territorio dove non calano i danni all’agricoltura causati dalla proliferazione di questa specie.

Nell’incontro è emerso che nella piccola porzione di territorio boscato della Riserva del Sacro monte di Belmonte il contenimento del cinghiale viene effettuato dal 2008 centrando tutti gli obiettivi numerici approvati dall’Ispra del Ministero dell’ambiente. Lo stesso Ispra ha concesso una proroga di tre anni al Piano di contenimento dell’area protetta che nel 2022 ha portato all’abbattimento di 33 cinghiali con lo stesso numero registrato finora per l’anno 2023. Nel quinquennio 2019-2023 sono stati abbattuti, dentro la Riserva, 108 cinghiali.

“L’Ente di gestione della Riserva speciale del Sacro Monte di Belmonte ha sempre creduto nel contenimento dei cinghiali che causano seri danni anche all’area di interesse storico-artistico del Sacro Monte – hanno ricordato i rappresentanti dell’Ente di gestione – Intendiamo continuare su questa strada che ci permette di avvalerci di selecontrollori accreditati. Noi la nostra parte la facciamo, ma appena ne abbattiamo un certo numero, altri cinghiali entrano da fuori Riserva. Anche per noi non si può andare avanti così”.

“Prendiamo atto della buona gestione faunistica dell’Ente di gestione ma rimane il problema dei danni dei cinghiali nell’area tra Cuorgnè, Valperga, Pertusio, Prascorsano, Canischio, San Colombano Belmonte. I nostri agricoltori sono esasperati. Se il contenimento funziona nella Riserva è evidente che non altrettanto possiamo dire per gli abbattimenti effettuati nel territorio esterno, gestito dall’Ambito territoriale di caccia TO2 e dal Comprensorio alpino TO5. ATC e CA, amministrati a maggioranza dal mondo venatorio, non stanno facendo abbastanza.

Chiediamo ancora una volta agli organismi di gestione di assumersi le proprie responsabilità nei confronti degli agricoltori e dei cittadini. Visti i risultati insoddisfacenti della caccia e del selecontrollo ordinari, come Coldiretti, chiediamo un maggiore coinvolgimento nel territorio dei tutor autorizzati al controllo notturno e degli agricoltori abilitati all’autodifesa dei propri terreni anche attraverso una diffusione dell’utilizzo di gabbie di cattura”.

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