
Balme piange la scomparsa di Paolo Henry, custode della tradizione delle guide alpine. Aveva 87 anni
Balme dice addio a Paolo Henry, scomparso nei giorni scorsi all’età di 87 anni. Con lui se ne va una figura simbolica della storia alpina delle Valli di Lanzo, punto di riferimento per intere generazioni e ultimo grande custode di una tradizione che ha reso celebre il piccolo borgo ai piedi delle Alpi Graie.
Henry rappresentava un raro punto d’incontro tra due mondi: quello della professione sanitaria, che ha esercitato come psicologo nelle strutture torinesi, e quello dell’alpinismo, vissuto con passione, rigore e profondo rispetto per la montagna. Nato a Torino nel 1939 da un’antica famiglia di origini savoiarde, era legato a Balme da una storia familiare e affettiva che affondava le radici nell’Ottocento. Anche il nonno Emilio aveva lasciato il segno nell’alpinismo esplorativo delle Graie, contribuendo alla toponomastica di alcune vette oggi conosciute dagli appassionati.
Negli anni Cinquanta, in un periodo in cui la professione della guida alpina stava progressivamente scomparendo, Henry scelse controcorrente di conseguire il brevetto, raccogliendo idealmente l’eredità di una delle stagioni più gloriose della montagna piemontese. Balme, tra la metà dell’Ottocento e quella del Novecento, aveva infatti espresso oltre cinquanta guide alpine diplomate, un primato nazionale per un paese di poche centinaia di abitanti. Con il declino turistico e sociale, quella tradizione rischiava di spegnersi. Henry ne ha rappresentato per decenni l’ultimo, prezioso presidio.
La sua attività di guida si è intrecciata a una intensa esperienza alpinistica che lo ha portato anche fuori dall’arco alpino, partecipando a spedizioni ed esperienze di carattere esplorativo ed etnografico, fino all’Amazzonia. Sempre, però, con un forte legame con le montagne di casa, che non ha mai smesso di frequentare e trasmettere ai più giovani.
Per oltre mezzo secolo è stato un punto di riferimento costante per la comunità balmese: non solo per l’insegnamento tecnico, ma anche per i valori che ha incarnato – rispetto dell’ambiente, prudenza, essenzialità e conoscenza profonda del territorio. Ancora in età avanzata non aveva rinunciato alla montagna: poco dopo aver superato gli ottant’anni era salito nuovamente sull’Uja di Ciamarella, una delle vette simbolo delle Graie. In seguito aveva donato il suo libretto di guida al museo di Balme, a testimonianza di un’eredità che sentiva il dovere di consegnare alla memoria collettiva.
Negli ultimi anni, anche grazie al filo ideale mantenuto da Henry, alcuni giovani hanno ripreso l’attività di guida alpina sulle montagne delle Valli di Lanzo, segnando un timido ma significativo ritorno a una tradizione che sembrava perduta.
Con la sua scomparsa Balme perde non solo un uomo, ma un pezzo importante della propria identità culturale e alpinistica. Resta la traccia profonda lasciata dal suo esempio, che continuerà a vivere nelle montagne che ha amato e nelle persone a cui ha trasmesso il suo modo autentico di viverle.
fr.se.