
Bairo: Bollorè ha scelto il Canavese per produrre le auto elettriche

Torino come Parigi, Lione e Indianapolis. D’ora i poi i torinesi e non solo, potranno attraversare la città a bordo delle car sharing elettriche prodotte dal Gruppo francese Bollorè: 30 auto e 15 stazioni di ricarica elettrica. L’obiettivo è quello di costituire entro il prossimo anno un parco auto di 400 mezzi e settecento colonnine per la ricarica delle batterie. Le BlueCar sono prodotte negli stabilimenti di Bairo Canavese e di La Loggia. Le Citycar a quattro posti sono state disegnate da Pininfarina. La flotta Bollorè, dopo quattro anni di attività nella capitale francese con il marchio Autolib, conta a tutt’oggi sulla disponibilità ben 3.400 auto elettriche, 1.000 stazioni di ricarica e 5.500 colonnine. E’ l’eccellenza dell’industria canavesana e piemontese a rendere Torino una delle capitali della mobilità sostenibile.
Spiega il Ministro dei trasporti e delle Infrastruttire Graziano Del Rio: “Torino sta raggiungendo risultati di eccellenza sulla mobilità sostenibile. La possibilità di usufruire di auto condivise elettriche va in questa direzione permettendo di combinarsi con il trasporto pubblico e contribuendo all’abbattimento delle emissioni. L’elettrico deve essere rafforzato in Italia. Sto ragionando per fare nei prossimi tre anni 20mila stazioni di ricarica. Dobbiamo pensare a questo come a una grande infrastruttura nel nostro Paese”.
La tariffa per chi ha intenzione di farne un uso frequente di 5 euro e 50 centesimi al mese (la registrazione costa 10 euro). Le vetture posseggono una capacità energetica di 30 Kw orari, posseggono un’autonomia di 250 chilometri in ambito urbano e possono essere condotte anche dai neo-patentati. Per Claudio Chiarle, segretario della Fim-Cisl di origine Canavese, l’utilizzo delle Car Sharing rappresenta un’opportunità economica da non perdere: “La partenza del Car Sharing a Torino deve essere accompagnata dalla produzione in serie dell’auto elettrica a Bairo. Occorre consolidare la presenza di Bollorè in Italia e questo può avvenire solo con l’acquisto dello stabilimento canavesano. Questo consentirebbe anche di assumere manodopera a partire dai lavoratori ex De Tomaso”. Le premesse sembrano essere positive.