Alluvioni e frane, in Canavese Coldiretti conta 130 aziende agricole danneggiate per oltre 3 milioni di euro
Sono 130 le aziende agricole del Canavese che hanno finora segnalato danni a coltivazioni, terreni e strutture produttive agli uffici di Zona di Coldiretti in seguito alle esondazioni e alle frane del 18 aprile 2025. Un primo monitoraggio stima perdite complessive per circa 3 milioni di euro. Sul territorio della Val di Susa sono una quindicina le imprese danneggiate, fra cui un’azienda di Susa i cui locali di lavorazione sono stati completamente sommersi dall’acqua. Nel Pinerolese il conto sale a venti, mentre tra Chivassese e cintura nord di Torino risultano colpite una trentina di aziende; due sono nel basso Canavese e una settantina tra l’Eporediese e l’Alto Canavese.
I comuni più colpiti lungo l’asta della Dora Baltea a valle di Ivrea vedono in testa Strambino, con 11 aziende segnate dagli allagamenti. Proprio a Strambino, nella mattinata di ieri, Coldiretti ha organizzato un sopralluogo insieme all’assessore regionale all’Agricoltura Paolo Bongioanni, al presidente provinciale Bruno Mecca Cici, al direttore di Coldiretti Torino Carlo Loffreda, ai sindaci di Vische, Borgomasino e Vestignè e ai segretari di Zona Giuseppe Cutrò e Massimo Ceresole.
Sul campo l’assessore ha constatato danni gravi: colture sommerse, asportazione del terreno fertile, solchi e dislivelli che compromettono l’irrigazione. Cereali vernini e loietto appaiono erosi o ricoperti di fango, con conseguente perdita parziale del raccolto e difficoltà nella fienagione. In molte aree la fertilità potrà essere recuperata solo tra due o tre anni. Il sopralluogo ha messo inoltre in luce danni a cascine, stalle e macchinari, oltre a smottamenti in collina e in montagna che hanno fatto franare pascoli, campi e vigne secolari.
Bongioanni ha annunciato l’immediata attivazione della struttura regionale per consentire ad agricoltori, consorzi irrigui e gestori della viabilità interpoderale di accedere ai rimborsi previsti dal Fondo di solidarietà nazionale per calamità naturali. «La priorità – ha dichiarato – è che i Comuni trasmettano alla Regione le segnalazioni di danno, così da perimetrare le aree colpite, quantificare le perdite e inoltrare al Governo le richieste di risarcimento».
L’evento alluvionale ha poi riacceso l’allarme sul tema della prevenzione: «Gli agricoltori convivono da sempre con le piene, ma oggi le ondate sono più improvvise, veloci e consistenti – ha osservato Mecca Cici –. Letti di fiumi pieni di ghiaia e sabbia non smaltiscono più i detriti. Spesso le protezioni spondali cedono in punti nuovi, segno che le opere di difesa vanno ripensate». Coldiretti chiede l’apertura di una vertenza per proteggere i terreni più fertili lungo i corsi d’acqua, fondamentali per la produzione alimentare.
Infine, il sindacato sottolinea la necessità di un sistema assicurativo allineato ai rischi derivanti dal cambiamento climatico: «I campi non si possono ricollocare come un capannone – conclude Mecca Cici – servono polizze alla portata degli agricoltori». Bongioanni ha assicurato che porterà queste istanze alla conferenza Stato-Regioni sull’agricoltura in programma a breve a Genova.