
Agliè, boom di visitatori alla dimora sabauda: restaurate le opere giapponesi dell’Ottocento
Il Castello di Agliè arricchisce il proprio percorso di visita con “Ricordi di viaggio. Dipinti dal Giappone al Castello di Agliè”, il nuovo progetto inaugurato sabato mattina al termine di un importante intervento di restauro che ha restituito all’antico splendore ventuno opere giapponesi ottocentesche custodite nella dimora sabauda. Un’iniziativa che si inserisce in un momento particolarmente positivo per il complesso alladiese, che nei primi undici mesi dell’anno ha registrato un incremento del 37% dei visitatori, segno di un rinnovato interesse per il sito patrimonio Unesco, sostenuto anche dai numerosi progetti turistici e culturali promossi dal Comune di Agliè. Guardando al futuro, l’obiettivo è ora la riapertura del secondo piano nobile nel corso del 2026.
I dipinti ora nuovamente fruibili provengono dalla collezione del duca Tomaso di Savoia-Genova e furono acquistati in Giappone durante il viaggio compiuto tra il 1879 e il 1881 al comando della corvetta Vettor Pisani. L’allestimento, distribuito tra l’anticamera della Sala Cinese e la Sala Cinese, offre una lettura rinnovata della presenza dell’Oriente nella residenza, valorizzando i kakemono su seta e mettendoli in dialogo con le armature da samurai del XVII secolo, giunte ad Agliè con la stessa spedizione.
Il progetto intreccia ricerca, conservazione e valorizzazione e consente, per la prima volta, di apprezzare l’intera collezione dopo il restauro. A completare l’esposizione sono 28 vasi giapponesi da giardino in ceramica blu e bianca, acquistati a Yokohama nel 1880: antichi contenitori per bonsai, in gran parte provenienti da Seto, già documentati negli inventari storici del Castello.
Le opere sono state sottoposte a un complesso intervento di restauro curato dalla Fondazione Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, con il sostegno della Fondazione Crt e il contributo del Ministero della Cultura. L’operazione ha affrontato le delicate criticità dei supporti orientali montati secondo criteri occidentali, restituendo stabilità, leggibilità e qualità estetica a un nucleo rimasto a lungo arrotolato in deposito. Molti dei lavori, realizzati a inchiostro e acquerello su carta, recano la firma del celebre pittore Kawanabe Kyōsai (1831-1889).
«L’allestimento dei 21 dipinti e dei 28 vasi giapponesi – dichiara Filippo Masino, direttore delle Residenze reali sabaude – è molto più di una semplice esposizione. Restituiamo al pubblico opere rimaste invisibili per anni, rivelandone delicatezza, ironia e forza espressiva. È il primo passo di un rinnovamento che vuole riportare il Castello di Agliè a raccontarsi attraverso le sue collezioni».
Nella stessa giornata è stata inaugurata anche la rinnovata Sala nuova, ripensata come spazio introduttivo al percorso museale, con nuovo impianto di illuminazione, pannelli cronologici e un modello tattile tridimensionale dell’edificio, a conferma di una strategia che punta su accessibilità, conoscenza e valorizzazione del patrimonio.
f.s.