
Colpo di scena al processo Olivetti. Disposta la revisione degli esami sulle morti sospette per amianto

Tutto da rifare: i casi di morte sospetta da amianto all’Olivetti di Ivrea, sono da riesaminare. Lo ha deciso questa mattina il giudice Elena Stoppini nel corso dell’udienza riguardante i quattordici casi di decessi dovuti alla presenza dell’amianto negli stabilimenti della società. Il magistrato ha comunato alle parti in causa che è in corso la revisione degli esami sui campioni biologici prelevati dai cadaveri di dodici ex dipendenti. Un provvedimento ritenuto fosse necessario da effettuare a causa della difformità di vedute delle perizie mediche effettuate sia dall’accusa che dalla difesa.
Saranno due nuovi consulenti nominati dal tribunale ad esprimersi sulle reali cause del decesso: il dirigente medico dell’Asl To1 Donata Bellis e Massimo Roncalli, responsabile di Anatomia Patologica all’ospedale Humanitas di Rozzano in provincia di Milano. L’obiettivo del giudice? Fare chiarezza sulle cause che hanno provocato il decesso dei quattordici ex dipendenti che, per decenni, hanno lavorato negli stabilimenti Olivetti.
Nella scorsa udienza, uno dei periti nominata dalla difesa degli imputati, ha rivelato che buona parte dei lavoratori aveva lavorato in altre aziende, prima di essere assunti dalla società informatica e, avrebbero potuto venire a contatto, in precedenza, con le pericolose fibre dell’amianto. Oltretutto il processo si è finora basato soltanto sull’esame delle cartelle cliniche dei quattordici deceduti: soltanto in un caso era stata effettuato l’esame autoptico. Alla sbarra sono stati chiamati diciotto imputati, con l’accusa a vario titolo, di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime.