
Montagna e dissesto, Colombero (Uncem): “Servono risorse subito, non dopo l’ennesima frana dovuta al maltempo”

Montagna e dissesto, Colombero (Uncem): “Servono risorse subito, non dopo l’ennesima frana dovuta al maltempo”
La pioggia battente delle ultime ore ha riacceso l’allarme sul dissesto idrogeologico e sulla fragilità delle aree montane, territori spesso dimenticati nonostante la loro funzione strategica per l’equilibrio ambientale del Paese. A rilanciare l’appello è Roberto Colombero, presidente di Uncem Piemonte, che in occasione della Pasqua ha diffuso un messaggio chiaro e incisivo rivolto alle istituzioni e alle comunità locali.
“Servono risorse. E servono adesso. Non tra sei mesi, non dopo l’ennesima frana”, ha dichiarato Colombero, riferendosi agli otto miliardi di euro destinati alla prevenzione del dissesto idrogeologico e attualmente bloccati a Roma. Un richiamo che il presidente di Uncem ha già portato all’attenzione del governatore del Piemonte Alberto Cirio, ribadendolo poi nel confronto con i sindaci e i presidenti delle Unioni Montane della regione.
Colombero ha sottolineato come l’impatto delle piogge sia stato contenuto solo grazie al lavoro di prevenzione portato avanti negli ultimi trent’anni attraverso i fondi Ato, destinati alla gestione delle acque e del territorio. “È un lavoro costante, invisibile ma concreto – ha spiegato – che ha permesso di mettere in sicurezza molte aree. Ma ora servono investimenti strutturali e una visione di lungo periodo”.
Nel suo intervento, Colombero ha anche evidenziato la necessità di riconoscere il ruolo strategico della montagna, non come realtà marginale, ma come presidio sociale, ambientale e culturale. “La montagna non è un peso – ha affermato – è un presidio democratico che va sostenuto con atti concreti, non con dichiarazioni d’intenti”.
Il messaggio ha toccato inoltre due emergenze sempre più intrecciate: la crisi climatica e quella demografica. “Una valle senza abitanti è una valle che si chiude, che si lascia andare, che frana”, ha detto Colombero, rilanciando l’importanza della presenza umana per la cura del territorio.
“Dove si fa prevenzione, i danni diminuiscono”, ha ricordato, sollecitando l’adozione a livello nazionale di modelli già applicati in Piemonte e in altre regioni. “La gestione attiva dei boschi, degli invasi, la manutenzione continua: questi devono diventare pilastri di una politica nazionale di prevenzione, non misure straordinarie solo dopo l’emergenza”.
Infine, un augurio pasquale che è anche un invito alla coesione: “Pasqua sia fiducia, unità, responsabilità condivisa. I paesi vivi sono l’antidoto alle crisi che verranno”. Un messaggio che chiede strumenti, e non assistenza, per permettere alla montagna di continuare a vivere.