19/01/2017

Cronaca

Canavese, nota società pubblicitaria evade oltre sette milioni di euro. Denunciati i titolari

Ciriè

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La società pubblicitaria canavesana era considerata un vero modello di business: un volume di affari più che rispettabile e un’attività all’apparenza ineccepibile. Ma, stranamente, dichiarava ricavi troppo bassi e nessun dipendente. La cosa ha insospettito gli agenti della Guardia di Finanza di Torino e della Tenenza di Lanzo che hanno svelato una maxi truffa fiscale da ben 7 milioni di euro. I responsabili della società sono stati denunciati alla Procura della Repubblica.

Le indagini condotte dal Nucleo Tributario della Guardia di Finanza hanno consentito di appurare come la frode sia stata consumata grazie ad un meccanismo molto complesso basato sull’attività di una ventina di società estere ed italiane riconducibili ad un uomo, residente a Londra, compagno di vita della titolare dell’azienda. Le società contribuivano a far gonfiare a dismisura i costi dei servizi. In questo modo la società canavesana, a giudizio dei finanzieri, a dispetto dell’elevato volume di affari, dichiarava redditi per l’attività svolta ritenuti irrisori.

Il meccanismo era oliato alla perfezione: le società fittizie implicate nella truffa, a un certo punto sparivano improvvisamente oppure compensavano i ricavi con perdite fasulle. In questo modo a rimetterci erano i cittadini ai quali erano sottratte risorse economiche destinate ai servizi pubblici. La truffa era più che consistente: al termine della verifica gli agenti della Guardia di Finanza, hanno scoperto oneri indeducibili per oltre 7 milioni di euro e 1,5 milioni di Iva indebitamente detratta. Oltre a questo i titolari avevano fatto sparire i file compromettenti relativi alla frode fiscale, ma si sono dimenticati di fare altrettanto con gli stampati cartacei, che invece erano utilizzati come carta da riciclo all’interno dell’azienda.

Il responsabile dei reati fiscali commessi è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ivrea. Le indagini proseguono serrate per individuare ulteriori complice della maxi truffa: è probabile che si proceda a sequestrate i loro beni a titolo di risarcimento per il danno erariale causato allo Stato.

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