
L’Asa le licenzia, il giudice ordina il reintegro ma l’azienda è in liquidazione

Erano state mandate a casa dall’azienda per la quale lavoravano e le due dipendenti dell’Asa di Castellamonte, avevano fatto ricorso, in Appello, al giudice del lavoro di Torino che ha dato loro ragione, dichiarando illegittimo il licenziamento e confermando, in questo modo, la sentenza di primo grado pronunciata dal tribunale d’Ivrea: la giusta causa per licenziare le due dipendenti, una di Pont Canavese e l’altra di Valperga non sussisteva.
Esito positivo dunque, se non fosse per il fatto che l’azienda che dovrebbe reintegrarle nel lavoro non esiste più. L’Asa, che si occupava della raccolta e smaltimento dei 51 comuni che avevano anni fa aderito al consorzio, dopo un lungo periodo di commissariamento straordinario è in liquidazione. Dopo il danno, la beffa.
Alle due dipendenti non rimane altro che sperare che il commissario straordinario Stefano Ambrosini riconosca loro almeno le quindici mensilità comprese nel periodo intercorso tra la data di licenziamento e la sentenza del tribunale di Torino.
Ma la vicenda non finisce qui: le due lavoratrici, insieme ad altre tre colleghi di lavoro hanno intentato causa anche nei confronti della Teknoservice, la società che ha rilevato dall’Asa il ramo d’azienda e che nel 2013 aveva confermato il licenziamento di cinque dipendenti, tra i quali figurano anche le due donne. Il giudice del lavoro ha anche condannato l’Asa al pagamento delle spese processuali.