24/08/2016

Cronaca

La vera tragedia? Dopo la solidarietà e l’ondata emotiva, sarà quella del dopo terremoto

Canavese

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Una tragedia. Un dramma. Una catastrofe. Il terremoto di magnitudo 6 che nella notte tra martedì 23 e mercoledì 24 agosto ha colpito parte del Lazio, le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo e che ha causato finora oltre 120 vittime, è tutto questo e molto altro. Tutta l’Italia si sta mobilitando per soccorrere i tanti sfollati, i feriti, per cercare i dispersi e dare conforto e aiuto alle centinaia di persone colpite da una catastrofe inaspettata. Uomini della Protezione Civile, della Croce Rossa, della tantissime associazioni di volontariato e d’arma, stanno convergendo nelle zone maggiormente colpite dal violentissimo sisma. Anche il Canavese sta facendo la sua parte. I sindaci  stanno cercando di coordinare un’azione comune del territorio per prestare aiuto e collaborazione.

I mezzi di comunicazione aprono sottoscrizioni e già si effettuano i primi versamenti. Ma il vera tragedia non è solo quella del terremoto. E’ quella del dopo terremoto. La vera tragedia andrà in scena quando i riflettori si spegneranno in quelle regioni martoriate, quando l’ondata emotiva si sarà esaurita, quando la passerella delle istituzioni sarà terminata, quando i funerali saranno celebrati e quando, infine, la notizia dalle prime pagine dei giornali passerà alla seconda e poi alla decima e sul dramma di tanti italiani caleranno il sipario e il silenzio.

La vera tragedia è ancora quella che vivono ancora il Belice, l’Irpinia,  l’Emilia, l’Aquila. La vera tragedia è quella che  riguarda le migliaia di persone che sono costrette a sopravvivere ancora in condizioni precarie, senza casa, senza lavoro e senza il sostegno delle istituzioni che avrebbero dovuto, come avevano promesso, di far ripartire l’economia dei territori colpiti dal terremoto per aiutare tutte le vittime del sisma a ricrearsi un futuro, per sé e per i propri figli.

Il vero dramma è costituito dal fatto che in questo strano Paese, le emergenze poi si cronicizzano e si trasformano in quotidianità. E, questa è una cosa che non dovrebbe più accadere. Mai più.

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