18/05/2016
Cronaca
Caluso: i carabinieri arrestano marito e moglie con l’accusa di bancarotta fraudolenta
Caluso
/Secondo l’accusa avrebbero distratto fondi dalla società, dichiarata poi fallita, per circa sei milioni di euro. Un fiume di denaro che sarebbe stato investito in beni e immobili di lusso. Due coniugi di Caluso, Gian Mario Sartoris, 63 anni e Marisa Battaglino sono finiti in carcere: la coppia deve scontare la pena di 4 anni e sei mesi per bancarotta fraudolenta, inflitta dai giudici del tribunale di Aosta. Lunedì 16 maggio i coniugi sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Chivasso al comando del capitano Pierluigi Bogliacino.
La coppia era stata denunciata nel 2010 dopo un’inchiesta condotta dall’aliquota della finanza della Procura di Aosta e dalla tenenza del Gran San Bernardo. In quell’inchiesta era entrato anche un funzionario della Banca Popolare di Novara che è in seguito finito nei guai. Gian Mario Sartoris e la moglie Marisa Battaglino in quel periodo erano amministratori della società “Essebi Srl” di Pollein, dichiarata fallita dal tribunale il 13 marzo del 2008: a giudizio della pubblica accusa avrebbero distratto dalle case della ditta (che produceva strutture metalliche) quasi sei milioni di euro. Nel corso di una conferenza stampa indetta alla chiusura dell’inchiesta, gl’inquirenti avevano a suo tempo spiegato ai giornalisti che, nel corso dell’attività investigativa svolta, era risultato che Marisa Battaglino, in qualità di amministratore di diritto e Gian Mario Sartoris, in qualità di amministratore di fatto, avevano messo a punto uno stratagemma per distrarre denaro dalla società poi fallita.
Anche una parente della coppia è stata indagata per concorso in bancarotta fraudolenta. A giudizio degli inquirenti sul suo conto bancario personale sarebbe transitato il denaro distratto dalla Essebi Srl. Tra l’altro, dopo le indagini i militari avevano sequestrato alla coppia un terreno situato a Candia Canavese sul quale era in costruzione una villa che, a detta degli investigatori, sarebbe stata finanziata con parte dei soldi distratti dalla società. La condotta illegale si sarebbe protratta nel corso di un triennio: dal 2003 al 2006. Un’indagine non semplice da condurre perché la documentazione contabile era stata in parte occultata e in parte distrutta.
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