
Canavese, scoperto un “kit del truffatore”: false divise, targhe manipolate e spray al peperoncino. Tre denunciati
Un arsenale degno di un film, ma costruito per truffe reali. È quanto hanno scoperto i Carabinieri della Compagnia di Ivrea, che con il supporto dei reparti specializzati del Comando Provinciale di Torino hanno smantellato un piccolo ma ben organizzato sistema di inganni basato su false identità, targhe alterate e strumenti per simulare interventi ufficiali.
Le perquisizioni, scattate all’alba del 4 ottobre tra Montalenghe e San Giusto Canavese, hanno portato alla luce quello che gli investigatori hanno definito un vero e proprio “kit del truffatore”, nascosto in due abitazioni e in un’auto parcheggiata nel cortile di una delle case.
Nell’abitazione dei coniugi di Montalenghe, i militari hanno trovato sette bombolette spray al peperoncino, mascherine chirurgiche, ricetrasmittenti con auricolari, un detector di gas falso, tesserini contraffatti con il logo dell’Arma, un berretto, guanti, pettorine catarifrangenti e adesivi alfanumerici utilizzati per modificare le targhe dei veicoli. Sequestrati anche 640 euro in contanti e 26 monete d’argento da 500 lire di dubbia provenienza, oltre a una pianta di marijuana alta un metro e venti.
Il secondo blitz, a San Giusto Canavese, ha portato al ritrovamento di due carnet di buoni pasto per un valore di 400 euro, anch’essi sospettati di provenienza illecita. Tutto il materiale – in particolare quello con simboli riconducibili alle forze dell’ordine – è stato sequestrato e sarà analizzato per individuare eventuali collegamenti con truffe a domicilio e furti registrati negli ultimi mesi nel Canavese.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Ivrea e seguite dai Carabinieri della Stazione di San Giorgio Canavese, hanno portato alla denuncia in stato di libertà di due uomini e una donna, residenti tra Montalenghe e San Giusto. I tre sono gravemente indiziati di ricettazione, ma con accuse differenziate: la donna dovrà rispondere anche di detenzione ai fini di spaccio, mentre uno degli uomini è indagato per possesso di segni distintivi contraffatti e violazione di una misura di prevenzione già a suo carico.
Secondo gli inquirenti, il materiale sarebbe stato utilizzato per inscenare controlli fittizi, spacciandosi per carabinieri o tecnici del gas — uno stratagemma tristemente noto, spesso rivolto ad anziani o persone fragili. L’equipaggiamento sequestrato, completo di pettorine, mascherine e ricetrasmittenti, fa pensare a un gruppo in grado di muoversi con metodo, selezionando con cura obiettivi e momenti d’azione.
Gli accertamenti proseguiranno nei prossimi giorni per verificare eventuali collegamenti con altri episodi avvenuti tra Ivrea, Caluso e Chivasso, dove di recente sono stati segnalati finti tecnici del gas e sedicenti carabinieri.
Gli inquirenti precisano che il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari e che per tutti vige la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva. Tuttavia, la quantità e la varietà del materiale sequestrato – insieme ai precedenti penali di uno degli uomini – tracciano un quadro investigativo ricco di elementi.
Le prossime settimane chiariranno se dietro quel “kit del truffatore” si nasconde un’organizzazione più ampia o un gruppo improvvisato deciso a replicare un copione criminale ormai ben noto alle forze dell’ordine.