
Ponte Preti, prime rassicurazioni sullo stanziamento dei fondi: Forza Italia apre alla possibilità di una proroga
Dopo mesi di silenzio sul futuro del nuovo Ponte Preti, arrivano segnali di rassicurazione sul fronte dei finanziamenti. La questione, che da tempo tiene con il fiato sospeso il Canavese, rimane però incagliata tra le lungaggini burocratiche dei ministeri competenti.
A sottolinearlo è il consigliere regionale di Forza Italia, Mauro Fava, che in questi giorni ha fatto il punto sulla situazione, dopo settimane di incertezza e mancate comunicazioni ufficiali da parte del Ministero.Il nodo centrale riguarda la lista delle opere finanziate, che avrebbe dovuto essere pubblicata già ad aprile, secondo quanto annunciato in primavera dal sottosegretario Tullio Ferrante durante una visita a Strambinello. A ottobre, tuttavia, quell’elenco non è ancora stato reso noto.
Una recente interrogazione parlamentare ha però confermato che l’iter amministrativo è in corso, seppur rallentato dalla complessità del confronto tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e quello dell’Economia. Il Mit, in seguito alla possibilità di rideterminare gli interventi finanziabili con il Fondo previsto dalla legge 145/2018 e alla proroga per l’aggiudicazione degli appalti fino al 31 dicembre, ha aggiornato i cronoprogrammi delle opere in accordo con le amministrazioni locali. È già pronto anche lo schema di decreto per il nuovo riparto, che ha ricevuto osservazioni dal Mef e necessita ora di ulteriori adeguamenti prima dell’approvazione definitiva.
Il cantiere del Ponte Preti, dunque, non sembra in discussione: i fondi sono confermati, ma per sbloccarli potrebbe rendersi necessaria un’ulteriore proroga dei termini. In caso di ritardi, Forza Italia ha già annunciato la disponibilità a intervenire con un emendamento che consenta di garantire le risorse.
Il nuovo viadotto, atteso da anni e considerato strategico per la sicurezza e la viabilità del territorio, rimane quindi inserito tra le priorità del Governo. La sensazione è che l’opera si farà, ma servirà ancora attendere i tempi di una macchina burocratica che procede a rilento.