
Addio a Enzo Osella, il costruttore piemontese che portò i sogni di Volpiano fino alla Formula Uno
Il mondo dell’automobilismo è in lutto per la scomparsa di Enzo Osella, storico costruttore e figura simbolo del motorsport italiano, morto il 27 settembre 2025 all’età di 86 anni. A darne notizia è stata la stessa Osella Engineering, con un messaggio commosso: «Questa sera Enzo Osella ha cominciato la sua ultima salita… Ci lascia sereno, con una montagna di bei ricordi che sarà difficile dimenticare».
Nato a Cambiano il 26 agosto 1939, Osella crebbe respirando odore di officina: il padre gestiva una piccola attività meccanica, e fin da ragazzo Enzo iniziò ad apprendere i segreti dei motori, con quella passione concreta e instancabile che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. Dopo anni di apprendistato e lavoro, la svolta giunse nel 1971, quando rilevò da Abarth il reparto corse appena assorbito dalla Fiat e fondò a Volpiano la Osella Corse.
Dalle gare in salita alla Formula Ford e poi alla Formula 2, il passo verso il grande sogno fu breve. Nel 1980 la scuderia Osella fece il proprio debutto in Formula 1, con Eddie Cheever al volante della prima monoposto del team. Furono undici stagioni difficili e appassionanti (1980-1990), segnate da risorse limitate ma da una tenacia senza eguali. La squadra non conquistò mai vittorie, ma seppe regalare emozioni agli appassionati: il quarto posto di Jean-Pierre Jarier al Gran Premio di San Marino 1982 resta il miglior risultato della scuderia, cui si aggiunsero altri piazzamenti memorabili, come i quinti posti di Piercarlo Ghinzani a Dallas e di Jo Gartner a Monza nel 1984.
Quando nel 1990 le difficoltà economiche posero fine all’avventura nel Circus, Enzo Osella non si arrese. Continuò a costruire e sviluppare prototipi e vetture per le competizioni in salita e nelle categorie minori, dove le Osella PA diventarono sinonimo di eccellenza e competitività, collezionando successi in Italia e all’estero.
Figura riservata, concreta e appassionata, Osella ha rappresentato l’archetipo del “costruttore artigiano”: un uomo capace di trasformare il lavoro di una piccola officina piemontese in un progetto che sfidò i colossi mondiali dell’automobilismo. Per molti appassionati, i suoi motori e i suoi telai hanno incarnato la purezza dello sport, lontana dai riflettori e radicata nella passione.
Con la sua scomparsa, l’Italia perde non solo un protagonista della Formula 1, ma anche un simbolo di coraggio, ingegno e ostinazione. Le piste che ancora oggi risuonano dei rombi dei prototipi Osella continueranno a raccontare la sua storia: quella di un uomo che, partendo da Volpiano, seppe portare i propri sogni a correre contro i giganti del mondo.