
Due escursionisti feriti in Canavese a Quincinetto e nel torrente Chiusella: salvati dal Soccorso Alpino
Giornata impegnativa per i tecnici del Soccorso Alpino canavesano, intervenuti in due distinti salvataggi tra i sentieri del vallone di Scalaro e lungo il torrente Chiusella. Due episodi diversi ma accomunati dalla stessa dinamica: escursioni finite male in zone impervie, che hanno richiesto l’intervento tempestivo degli operatori specializzati per evitare conseguenze peggiori.
Il primo allarme è scattato nel primo pomeriggio di sabato 3 agosto, nel vallone di Scalaro, sopra Quincinetto. Una donna di circa 60 anni ha perso il sentiero principale mentre camminava da sola ed è precipitata in una zona scoscesa, terminando la caduta vicino a un torrente. La violenza dell’impatto le ha provocato un politrauma. Fortunatamente, i soccorsi sono arrivati in tempo: l’escursionista è stata stabilizzata sul posto, trasportata a spalla fino a un punto accessibile e infine issata, con l’ausilio di un verricello, a bordo di un elicottero del 118, che l’ha trasferita in ospedale. Non è in pericolo di vita.
Il secondo intervento si è verificato nel pomeriggio a Traversella, lungo le rive del torrente Chiusella. Un giovane escursionista ha riportato un trauma a un arto inferiore dopo una caduta. Anche in questo caso i soccorritori sono riusciti a raggiungerlo nonostante la difficoltà del terreno e lo hanno trasportato in ambulanza all’ospedale di Ivrea.
Due incidenti che riportano l’attenzione su un tema ricorrente: la pericolosità della montagna per chi affronta i sentieri senza un’adeguata preparazione. I tecnici del Soccorso Alpino lo ribadiscono da tempo: anche un’escursione breve richiede consapevolezza, abbigliamento tecnico, cartografia aggiornata e valutazione attenta del percorso.
Il vallone di Scalaro, poco battuto ma affascinante, è noto per la sua morfologia aspra e per la segnaletica discontinua. Allo stesso modo, i torrenti del Canavese, come il Chiusella, attirano ogni estate centinaia di persone, spesso impreparate. In questi contesti, il lavoro del Soccorso Alpino resta prezioso, ma non può sostituire il buon senso di chi sceglie di avventurarsi in quota.