
Pont Canavese, deserta la manifestazione di interesse per la ex Rsa: la struttura sarà messa tra i beni alienabili
Nessuna proposta concreta è giunta in risposta all’avviso esplorativo promosso dal Comune per il recupero della ex Residenza Sanitaria Assistenziale. La struttura, chiusa dal 2021 e oggi in stato di abbandono, sarà ora inserita nell’elenco dei beni alienabili, primo passo verso una possibile futura asta pubblica per l’alienazione dell’immobile.
L’unica manifestazione di interesse ricevuta non ha rispettato i criteri fissati dal bando e non è stata ritenuta ammissibile. L’ipotesi, ora, è di procedere – come extrema ratio – con un bando di vendita, al fine di evitare un ulteriore degrado dell’edificio.
Il caso della ex Rsa affonda le radici nel 2021, quando un verbale della commissione di vigilanza aveva rilevato gravi carenze strutturali. Secondo l’attuale amministrazione, l’allora sindaco non avrebbe emesso l’ordinanza necessaria per imporre all’Asl/To4 – allora gestore dell’immobile, insieme al consorzio Ciss38 – di procedere alle manutenzioni straordinarie. Il Comune, non essendo responsabile diretto della gestione, non era tenuto a intervenire. Dopo la chiusura, anche la rimozione degli arredi ha contribuito a rendere più difficile il ripristino dell’attività.
Con l’insediamento dell’amministrazione guidata da Paolo Coppo nel 2023, la questione è stata riaperta. Sono stati condotti colloqui informali per valutare una possibile convenzione con soggetti pubblici o privati, e successivamente è stato pubblicato un avviso pubblico di manifestazione di interesse, poi scaduto a fine giugno senza esiti positivi.
Il bando prevedeva che il soggetto interessato si assumesse l’onere di richiedere le autorizzazioni necessarie, oltre a eseguire interventi di restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione dell’edificio. In cambio, il Comune garantiva l’impegno formale dell’Asl/To4 a riattivare i 40 posti accreditati per Rsa e servizi sociosanitari, come previsto da un accordo siglato lo scorso aprile con la direzione generale dell’azienda sanitaria.
Ora la struttura rischia di rimanere inutilizzata ancora a lungo. L’ipotesi di una messa all’asta rappresenta, allo stato attuale, la soluzione più concreta per evitarne il completo abbandono.