
Canavese, preoccupazione per i dazi Usa: export a rischio e metalmeccanici sul piede di guerra

Canavese, preoccupazione per i dazi Usa: export a rischio e metalmeccanici sul piede di guerra
Le nuove tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea destano forte preoccupazione anche nel Canavese, dove numerosi comparti economici sono fortemente orientati all’export. Il rischio di un’escalation nei dazi doganali, in particolare, potrebbe generare effetti pesanti per l’economia locale, colpendo settori chiave come la metalmeccanica, la componentistica per veicoli, il farmaceutico e l’agroalimentare, con il vino in prima linea.
Secondo una stima preliminare, le nuove misure tariffarie americane potrebbero far lievitare i costi per le imprese locali per un ammontare complessivo di circa 90 milioni di euro, incidendo sulla competitività e rallentando gli scambi commerciali. Alcune aziende del territorio segnalano già un blocco delle commesse da parte di clienti statunitensi, in attesa di maggior chiarezza sul fronte normativo e fiscale.
A peggiorare la situazione, il protrarsi della vertenza sindacale nel comparto metalmeccanico, che interessa migliaia di addetti anche in Canavese. I sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil denunciano lo stallo nelle trattative con Federmeccanica e Assistal, a oltre otto mesi dalla scadenza del contratto nazionale. La piattaforma presentata dalle associazioni datoriali è stata giudicata “inaccettabile” dai sindacati, in quanto – spiegano – “annulla di fatto le richieste salariali e normative, minando le relazioni industriali”.
“Nonostante la buona riuscita dello sciopero nazionale del 28 marzo – dichiarano i segretari generali Ferdinando Uliano (Fim), Michele De Palma (Fiom) e Rocco Palombella (Uilm) – la controparte non ha mostrato alcuna disponibilità a riaprire il tavolo negoziale”.
Ora, i sindacati annunciano almeno otto ore di sciopero nazionale, da organizzare su base territoriale e aziendale, con un’intensificazione del blocco degli straordinari e delle flessibilità. Una mobilitazione che si preannuncia significativa anche nel Canavese, dove il settore metalmeccanico rappresenta una colonna portante del tessuto produttivo.
Alla crisi contrattuale si somma quindi quella legata all’export, in un contesto economico già complesso. Secondo i dati delle associazioni di categoria, le esportazioni verso gli Stati Uniti rappresentano tra il 3% e il 5% del Pil locale, ma con punte ben superiori in settori specifici.
I rappresentanti sindacali e le imprese chiedono ora con urgenza un intervento politico, a livello nazionale ed europeo, che possa evitare una guerra commerciale dannosa per entrambe le sponde dell’Atlantico e rilanciare il dialogo tra le parti sociali. In gioco, sottolineano, non c’è solo la tenuta occupazionale, ma la stessa capacità del territorio di competere sui mercati internazionali.