
Pronto Soccorso di Cuorgné, i dubbi del sindacato Nursind: “Il personale sanitario dov’è?”

Pronto Soccorso di Cuorgné, i dubbi del sindacato Nursind: “Il personale sanitario dov’è?”
Se le forze politiche di centrodestra esultano per la preannunciata riapertura ad inizio gennaio del 2024 del Pronto Soccorso Canavesano, il sindaco Nursind, che rappresenta e tutela le professioni infermieristiche esprime senza fraintendimenti le sue perplessità. Giuseppe Summa, segretario territoriale del Nursind non ha dubbi: i proclami sono una cosa, la realtà e tutt’altra faccenda.
“Apprendiamo della riapertura del Pronto Soccorso di Cuorgnè h 24 a partire dal prossimo 8 gennaio 2024. Siamo seriamente preoccupati poiché questa ci sembra essere diventata più una bagarre politica che una seria programmazione sull utilizzo appropriato del personale e dei servizi”.
Attualmente le prestazioni dei medici sono affidate a personale non dipendente e nonostante il Decreto Legge 34 abbia previsto in maniera rigida prima e con delle deroghe successivamente il termine di affidarsi a personale esterno con costi onerosi immaginiamo che per riaprire il Pronto si proseguirà su questa strada, nonostante il monito dello stesso ministro della sanità – afferma il dirigente sindacale canavesano che sottolinea come per quanto riguarda il personale del comparto invece, è nota la difficoltà nel reperire personale infermieristico e a maggior ragione sull’area di Cuorgnè.
“A meno che non si pensi, in virtù di logiche politiche che nulla hanno a che vedere con la programmazione e con le risorse a disposizione di sguarnire maggiormente altri reparti e servizi già in gravi difficoltà che riguardano in primis gli infermieri e in secondo luogo anche tecnici di radiologia e laboratorio.
Sarà necessario chiedere all’azienda che immaginiamo abbia condiviso o subito la scelta, non lo sappiamo, sapere anche come e dove intende prendere personale necessario. È evidente che non vi è un piano di riorganizzazione generale come, ad esempio, doveva essere il potenziamento e la riorganizzazione del territorio ma solo interventi dettati dall’agenda politica”.