29/02/2016

Cronaca

La presunta fidanzata marocchina di Gabriele va in procura: “Non c’entro nulla con il delitto”

Ivrea

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Sofia S., la ragazza di origine marocchina di 20 anni, la presunta fidanzata di Gabriele Defilippi, accusato di concorso in omicidio volontario e occultamento di cadavere nel giallo sulla morte di Gloria Rosboch, si è presentata spontaneamente in procura a Ivrea per parlare con il procuratore capo Giuseppe Ferrando e con il colonnello dei carabinieri Domenico Mascoli, comandante del Nucleo Investigativo dei carabinieri. La ragazza aveva raggiunto alcuni parenti in Marocco il 14 gennaio il giorno dopo la tragica morte dell’insegnante di sostegno di Castellamonte. Fino a qualche giorno fa Sofia si trovava ancora in Marocco e la circostanza in effetti non appariva molto chiara agli inquirenti. Probabilmente su suggerimento del padre, la fidanzata di Gabriele Defilippi, il giovane ventiduenne che avrebbe truffato dei 187 mila euro Gloria, è tornata a in Canavese, nel paese in cui abita con la famiglia. Il colloquio tra la ragazza e gl’inquirenti si è protratto per circa tre ore ed è stata ascoltata in qualità di persona informata dei fatti . Sofia si sarebbe dichiarata estranea al delitto, avrebbe ammesso di esser stata convinta dal padre a fare ritorno in Italia, ha sottolineato di voler dimenticare questa vicenda, ha ammesso di frequentare Gabriele dal 2014 e ha detto che non avrebbe mai immaginato che il giovane fosse coinvolto in una vicenda così tragica e macabra.

Il padre della fanciulla nega con forza che la figlia fosse fidanzata con Defilippi. “Gabriele era un ragazzo affascinante con il quale parlavo molto e di tutto. Adesso voglio dimenticare” avrebbe dichiarato Sofia. Quando avrebbe chiesto, dopo essersi conosciuti, se Gabriele fosse gay, quest’ultimo avrebbe negato e Sofia non avrebbe mai sospettato che potesse essere implicato nella misteriosa scomparsa della professoressa di Castellamonte. Per chiarire meglio la sua posizione Sofia avrebbe consegnato, sempre di sua spontanea volontà, anche il suo telefono cellulare in modo che possa essere esaminato dai uomini della Sezione Scientifica dei carabinieri. Che Gabriele Defilippi sapesse ammaliare le donne, giovani e meno giovani sembra essere un fatto assodato: la lista delle donne che sarebbero rimaste impigliate nella sua rete di seduttore sembra allungarsi di giorno in giorno. Questo pomeriggio i carabinieri hanno interrogato con la discrezione e il tatto che il caso richiede, il fratellastro tredicenne di Gabriele. Domani gl’investigatori inizieranno le ricerche dell’arma che Roberto Obert, l’amante e amico cinquantaquatrenne di Gabriele, sostiene gli sia stata consegnata dal ragazzo e che avrebbe seppellito nei boschi di Rocca Canavese.

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