09/03/2022

Cronaca

La Finanza arresta 33 persone per traffico illecito di rifiuti metallici. Coinvolto il Canavese

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La Guardia di Finanza di Torino ha eseguito nella mattinata di ieri 8 marzo, nell’ambito dell’operazione «Ferromat», all’arresto di 33 persone, indiziate di appartenere a tre distinte bande specializzate nel traffico illecito di rifiuti metallici e all’emissione ed utilizzo di documenti attestanti operazioni inesistenti. Sono state effettuate oltre 50 perquisizioni nei confronti di persone fisiche e aziende, oltre al sequestro preventivo di otto società operanti nel settore del commercio di rottami metallici e di beni per oltre 270 milioni di euro, tra cui disponibilità finanziarie, immobili, veicoli e quote societarie.

L’attività è partita dal sequestro, ad opera dei carabinieri della compagnia di Chivasso in occasione di un controllo su strada nel febbraio 2018, di denaro contante a carico di due soggetti italiani, uno dei quali titolare di una ditta individuale operante nel settore del commercio dei rottami. Le successive indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino e dalla guardia di finanza con accertamenti bancari, approfondimento di decine di segnalazioni di operazioni sospette, intercettazioni telefoniche e telematiche, posizionamento di telecamere e di Gps veicolari, acquisizione di videoregistrazioni presso uffici postali, hanno permesso di arrivare ai tre distinti gruppi criminali, attivi fin dal 2015 in Italia e all’estero.

Gli indagati avrebbero predisposto documentazione fiscale e amministrativa falsa al solo scopo di «regolarizzare» ingenti quantitativi di rifiuti destinati a società di capitali utilizzatrici, con sede in Piemonte e Lombardia. In particolare, sarebbe stata occultata la reale provenienza dei rifiuti per il tramite di società filtro con il supporto di una fitta rete di soggetti prestanome. In questo modo venivano introdotto nel regolare commercio dei rottami ferrosi, rifiuti metallici acquistati in nero e privi dei requisiti di conformità e tracciabilità previsti dalla normativa europea. La falsa documentazione avrebbe anche consentito agli imprenditori-utilizzatori finali del materiale di dedurre costi in nero, configurando pertanto anche reati fiscali. Gli imprenditori, a questo punto, attraverso continui e frenetici prelievi bancomat, riacquistavano in contanti dei loro rifiuti ripuliti. L’organizzazione tratteneva un 5-8% del giro d’affari.

Le operazioni hanno visto coinvolti circa 300 militari appartenenti a 21 Reparti in Piemonte, Lombardia, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Campania, Puglia e Sicilia. In provincia di Torino sono stati effettuati sequestri e perquisizioni di attività a San Giorgio Canavese, Bruino, Scalenghe, Volvera, Rivalta, Nichelino, Leini, Beinasco e None.

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