ASA: I SINDACI FANNO QUADRATO E CHIEDONO UN INCONTRO URGENTE A CHIAMPARINO

29/01/2016

Di fronte alla concreta minaccia di dover pagare quote milionarie per ricapitalizzare l’Asa, in fase di liquidazione, i sindaci dei comuni dell’alto canavese fanno quadrato. Ieri sera, nella sala consigliare di Castellamonte erano presenti tutti i sindaci interessati dal problema. Alla riunione ha anche partecipato l’avvocato Iacopo Gendre dello studuo Scaparone di Torino al quale è stata affidata la rappresentanza legale delle municipalità coinvolte nella vicenda. Al termine dell’incontro, durante il quale il legale ha illustrato quali potrebbero essere gli aspetti legali da affrontare, gli amministratori si sono trovati d’accordo sul fatto che è necessario sostituire un fronte comune.

La Regione Piemonte si è “sfilata”? E i sindaci hanno chiesto un incontro urgente con il presidente della Regione Sergio Chiamparino che avrà luogo mercoledì 3 febbraio presso l’ufficio di presidenza in piazza Castello a Torino. Il problema esiste e non può essere ignorato e scaricato soltanto sulle spalle degli amministratori dei 51 comuni che facevano parte del Consorzio Asa. Se si dovrà pagare, la questione può essere affrontata su due differenti prospettive, spiega Alberto Rostagno sindaco di Rivarolo Canavese e portavoce dell’Area Omogenea del Canavese Occidentale: quello giudiziario impugnando la sentenza del giudice nel caso in cui l’arbitrato dovesse fornire un esito negativo e quello amministrativo. Su questo piano una cosa sembra certa: i comuni sono tenuti a erogare ai cittadini i servizi essenziali e questa è la ragione per cui un ente locale non può andare in default ed è anche la ragione per la quale la regione Piemonte non ha ancora abolito del tutto le Comunità Montane. E se proprio si dovrà far fronte alla richiesta di ricapitalizzazione lo si farà rateizzando il pagamento.

“La situazione è critica, su questo non ci sono dubbi – spiega Alberto Rostagno -, ma non è neanche così drammatica”. Eppure sul tavolo c’è la richiesta di versamento, effettuata dal commissario straordinario Stefano Ambrosini, di 28 milioni di euro da ripartire in base alle quote di partecipazione e al numero degli abitanti. Il comune di Rivarolo Canavese è quello maggiormente esposto (oltre alla Comunità Montana), dato che possiede il 22,9 per cento della quote. Il rischio è che in caso di definizione negativa dell’arbitrato, come minimo potrebbe trovarsi a sborsare almeno 6 milioni di euro. “Si tratta di stime e nulla di più – precisa il primo cittadino -. Potrebbero essere meno o potrebbero essere di più. Tutto dipenderà dalla ripartizione che deciderà il giudice”. L’amministrazione di Rivarolo si è posta da tempo il problema e, per ogni eventualità, ha già accantonato 4 milioni e mezzo di euro per fronteggiare eventuali urgenze nel caso in cui il giudice del tribunale di Ivrea dovesse emettere una sentenza sfavorevole. Per il momento non rimane che attendere il risultato dell’incontro al quale prenderanno parte i sindaci di Rivarolo, Cuorgnè, Castellamonte, una rappresentanza di otto sindaci facenti parte dell’ex Comunità Montana, il presidente della Regione Sergio Chiamparino e la tanto temuta conclusione dell’arbitrato il prossimo 20 febbraio.

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