
Pasqua in zona rossa. In Italia non ci si sposta ma si può andare all’estero. Per il turismo il danno e la beffa

Al danno economico si aggiunge la beffa, soprattutto per gli albergatori e l’indotto collegato: sarà una Pasqua blindata che non ci consentirà di spostarci in Italia ma che ci consente di poterci recare nelle località di villeggiatura all’estero. A Pasqua e Pasquetta, tutta l’Italia sarà “zona rossa” e l’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza, nel tentativo di limitare la diffusione dei contagi consentirà, da sabato 3 a lunedì 5 aprile, di recarsi in visita dai parenti una sola volta al giorno e vieta ogni altro spostamento non giustificato o autorizzato.
Bernabò Bocca, presidente della Federalberghi critica aspramente l’iniziativa assunta dal ministero: “Non mi posso muovere dal mio Comune, ma posso volare alle Canarie. È assurdo, mentre l’85% degli alberghi italiani è costretto a restare chiuso”.
Gli fa eco Marco Bussone, presidente nazionale dell’Uncem (l’Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani): “«Qualcosa non torna. In zona rossa si possono fare le vacanze di Pasqua all’estero, si possono raggiungere le seconde case, ma non ci si può spostare tra piccoli Comuni. Da Torino si può andare a Ibiza, da Milano si può andare a Sestriere, da Roma a Roccaraso, ma da Formazza non puoi andare a Baceno. E neanche da Sante Marie a Carsoli, o da Ceres a Mezzenile. Nulla contro i viaggi, tantomeno contro le seconde case, ci mancherebbe – ha precisato –, ma in queste soluzioni per prevenire il contagio, non posso non notare un aumento delle diseguaglianze, disparità di trattamento tra chi ha e chi non ha, disuguaglianze che aumentano e che esplodono con forza”.