07/01/2021
Cronaca
Emergenza Covid: ai rifugi montani nessun ristoro economico. E l’Uncem scrive al Governo
Mentre il Parlamento si appresta a individuare nuove forme di ristoro per le attività economiche chiuse o duramente colpite dall’emergenza covid-19, Uncem chiede a Governo e Parlamentari di affrontare con massima urgenza la problematica dei rifugi alpini che finora non hanno beneficiato di alcun intervento di sostegno. La complessità della situazione di queste 1500 strutture italiane – rifugi e punti tappa escursionistici gestiti – è stata analizzata dall’Uncem, l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli enti montani, d’intesa con le Associazioni di rappresentanza di questi fondamentali riferimenti per le zone montane del Paese. Si tratta di un pezzo importante dell’economia montana che chiede attraverso Uncem delle puntuali azioni politiche.
L’Uncem sottolinea che i rifugi non hanno beneficiato di ristori in quanto questi calcolati sul fatturato dei primi mesi del 2020 quando queste strutture non erano aperte o con flussi turistici fortemente ridotti. In altri casi, non è stato possibile fare richiesta di bonus ristoranti o bar da parte dei gestori a causa di codici ateco primari non rientranti in quelli beneficiari di sovvenzioni legate all’emergenza sanitaria, sottolinea Roberto Colombero, presidente Uncem Piemonte. I rifugi erano inoltre esclusi dai potenziali beneficiari del “bonus ristoranti”, il contributo a fondo perduto per gli acquisti di prodotti di filiere agricole e alimentari locali. “Una anomalia grave – insiste Colombero – stante il fortissimo radicamento territoriale di queste strutture, che per tradizione e cultura utilizzano solo materiali locali nelle loro preparazioni”.
L’Unione Nazionale Comuni e Comunità Montane ritiene importante si possano avviare iniziative di supporto per tutti i comparti e gli operatori economici delle aree montane, compresi i rifugi gestiti. “Ciascuna località montana, ciascuna valle ha precise vocazioni che Uncem da sempre invita a riconoscere e potenziare – precisa il presidente della Delegazione piemontese dell’Unione dei Comuni e degli Enti montani -. La montagna dello sci alpino è importante quanto la montagna che punta su altre discipline sportive della neve e del ghiaccio, con turismi diversi tutti in egual modo preziosi per il Paese. Le montagne sono variegate e tutte cariche di dignità e impegno congiunto di Comuni, imprese, associazioni che tengono in vita il tessuto sociale”.
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