16/05/2020
Indennità di 1 euro per turno all’Asl. Il Nursind: “Ci chiamano ‘eroi’ ma ci danno le briciole”
Il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, prende le distanze in merito alla polemica esplosa in questi giorni, che vedrebbe per il mese di maggio un aumento di 1 euro per turno per “gli eroi” impegnati negli ospedali durante l’emergenza Covid-19, a causa una possibile incompatibilità richiamata anche da una sentenza della Cassazione. E anche se l’organizzazione sindacale ha scritto all’azienda e conferito mandato al proprio studio legale, non intende entrare nella polemica, “poiché riteniamo che il vero scandalo non sia la questione 1 o 5 euro in più per turno, ma ribadiamo la totale inadeguatezza di un contratto nazionale che Nursind non ha firmato e sta mostrando tutte le sue lacune – afferma Giuseppe Summa, responsabile territoriale del Nursind -. 5,16 euro per turno anziché 9,29 euro cambia poco rispetto al reale valore professionale dimostrato da infermieri e operatori sanitari in questa emergenza.
Già all’inizio di marzo avevamo scritto all’azienda al fine di trovare un accordo che premiasse il personale. A prescindere da eventuali accordi Regionali o Nazionali, al Nursind non si comprende perché non si possa premiare il personale sanitario subito con i fondi già a disposizione, ossia alle eccedenze accumulate dalle aziende sanitarie locali negli anni scorsi e che ammonterebbero a diversi milioni di euro.
“Quei soldi possono e devono essere destinati per passare dalle parole ai fatti e per questo abbiamo chiesto un incontro all’azienda e invitiamo a fare lo stesso alle altre organizzazioni sindacali. Se si vuole riconoscere il reale valore professionale e l’impegno messo in campo, si vada oltre all’ aumento di 1 euro per turno e si trovi un accordo in tempi brevi – aggiunge l’esponente sindacale -. Infatti, il problema non è legato solo alla questione di interpretazioni contrattuali, ma anche di altre problematiche alle quali il contratto non dà risposte. Abbiamo per esempio infermieri che hanno lavorato metà turno in Covid e metà in reparto normale: come verranno considerati? Infermieri e OSS costretti a non andare in bagno per razionalizzare i dispositivi di protezione individuale; personale costretto a non poter nemmeno mangiare. Ciò nonostante, sui tabulati di questi colleghi ad oggi continua ad esserci la decurtazione di 30 minuti come se avessero usufruito della mensa. Per non parlare degli infermieri del territorio che hanno dovuto fare i conti con pazienti potenzialmente positivi e che non sappiamo se percepiranno indennità”.
E che dire del personale dei reparti no-Covid che si sono visti accorpare e rivoluzionare l’intera organizzazione del lavoro? si chiede Summa. Tra l’altro, sottolinea, anche in questi reparti si sono avuti contagi con pazienti positivi. E che ne sarà di tutti gli infermieri che si sono ammalati e hanno perso indennità e non percepiranno neanche il mistero bonus di 100 euro stanziato dal Governo?
Conclude il segretario territoriale del Nursind: “E ancora: ci sono Coordinatori infermieristici che hanno lavorato più di 12 ore di fila, ma che a causa di quanto scritto nel contratto non potranno vedersi pagato lo straordinario. Insomma, le problematiche aperte sono molteplici e i lavoratori meritano una risposta immediata. Nursind c’è. Ora l’azienda non volti le spalle, altrimenti ci saranno forti azioni di protesta”.
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