10/05/2020

Cronaca

Settimo: famiglie volontarie accolgono i pazienti psichiatrici. Nasce la cultura dell’accoglienza

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 Ha accolto in seno alla propria famiglia una persona affetta da disturbi psichici nel contesto del progetto denominato “Famiglie accoglienti Iesa, una nuova cultura dell’accoglienza”. È stata un’esperienza che mi ha insegnato moltissimo e che non dimenticherò mai” afferma una delle donne che ha aderito al progetto messo in campo dell’Asl T04 da Settimo a Ivrea e che sta proseguendo il suo cammino con risultati più che positivi. “Il progetto si basa – spiegano all’Associazione PsicoPoint che collabora con l’Asl T04 – nell’accoglienza fornita da una famiglia abilitata ad una persona che soffre di disturbi psichici”. Lo staff Iesa è costituito dal responsabile del servizio dottor Diego Mechi, dalla coordinatrice Laura Cervini, da Francesca Parlacino, Alice Carini e Fabrizio Santarella. Spiega Francesca Parlacino: “Il progetto prevede un percorso di conoscenza tra operatori, famiglie e pazienti, in cui sono verificate le condizioni indispensabili per accogliere l’ospite. La famiglia riceverà informazioni, supporto e un contributo economico adeguato”. 

In sostanza gli ospiti che soffrono di disturbi psichici sono seguiti assiduamente dai medici e infermieri del Servizio di Salute Mentale e l’inserimento in un ambiente famigliare può avere significative ripercussioni sul personale percorso terapeutico e riabilitativo.  

L’inserimento avviene tramite operatori qualificati che forniscono sostegno e supporto a famiglia e paziente per tutta la durata del programma. L’indennizzo alla famiglia è di circa mille euro al mese, sotto forma di rimborso spese. Il progetto sta andando avanti da alcuni anni con risultati veramente importanti: è sorprendente, infatti, il miglioramento delle condizioni del paziente, ma anche le soddisfazioni e l’arricchimento umano per coloro che accolgono un nuovo elemento nella propria famiglia. 

“Fabio ormai da tempo vive insieme a noi ed è diventato parte della famiglia – racconta un ragazzo di Settimo Torinese -. Con il tempo ha voluto anche dare il suo contributo. Un esempio su tutti: ci dà una mano con i prodotti dell’orto che poi vendiamo al mercato. Questo lo ha fatto diventare responsabile e crescere molto. E noi siamo cresciuti con lui”. 

“Con il nostro ospite ho percorso un pezzo di strada che non dimenticherò mai – aggiunge una donna canavesana che ha partecipato al progetto -. Ora vorrei avere una seconda esistenza per mettere in pratica le cose che ho imparato da questa esperienza: sicuramente mi comporterei in modo migliore”. 

“I benefici che noi vediamo nel paziente – interviene il dottor Menchi – “sono molteplici: dalla riduzione dell’ansia, al minor utilizzo di farmaci, alla riacquisizione di abilità perdute”.  

Lo staff medico dell’Asl T04 è attualmente alla ricerca di nuove famiglie che aderiscano al progetto e accolgano gli ospiti, sulla base di una certezza ormai consolidata nel tempo, ovvero che gli inserimenti in famiglia migliorano le condizioni dell’ospite, della famiglia e della comunità tutta, contribuendo a combattere i pregiudizi e i falsi miti sulla malattia mentale. 

Per ulteriori informazioni: Servizio Iesa, numero di telefono: 335-8766809. Indirizzo e-mail: servizioiesa@gmail.com 

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