Due città in lutto: quella di Strambino e quella di Ivrea. Nella prima città aveva vissuto per anni in via Circonvallazione e, nella seconda, risiedeva da qualche anno. Marco Beltrando, il giovane alpinista che ha perso la vita due giorni fa, precipitando per oltre duecento metri lungo il fianco scosceso della Punta Quinzeina dopo aver messo un piede in fallo, era molto conosciuto in ambedue le città.
Parenti, amici, conoscenti e quanti gli hanno voluto bene, potranno tributargli l’estremo saluto sabato 12 dicembre alle 11,00 nella chiesa parrocchiale di Settimo Rottaro, il paese dove abitano i genitori Angelo e Beatrice. Marco avrebbe compiuto 37 anni proprio oggi. Il nullaosta della procura di Ivrea è stato rilasciato soltanto questa mattina dopo l’esame della relazione redatta dal Soccorso Alpino. Marco Beltrando, un brillante ricercatore dell’Università di Torino, laureato in geologia, lascia la moglie Cristina e il figlio Marcello, di pochi anni.
Il giovane è deceduto nel pomeriggio dell’otto dicembre, giorno dell’Immacolata. Quella mattina aveva deciso di recarsi in compagnia di un amico di Cintano. Tutto era andato bene fino al raggiungimento di Punta Rama. Poi, all’improvviso è precitato lungo un canalone che costeggia il fianco della montagna. Il compagno di escursione ha inviato la prima chiamata di soccorso alle 14,00 del pomeriggio. Le squadre dei tecnici volontari del Soccorso Alpino, impegnate nelle ricerche, hanno trovato, il corpo due ore dopo, ha per il giovane non c’era più nulla da fare. Il suo cuore non ha retto alla lunga caduta e ai gravi traumi fisici riportati. Il cadavere è stato rivenuto nel territorio del comune di Frassinetto.
La scomparsa del giovane ricercatore ha creato dolore e sconforto. In tanti vorranno salutarlo per l’ultima volta e ricordarlo com’è sempre stato: solare, allegro, di compagnia, profondamente legato alla moglie, al figlioletto, alla sorella, al fratello e ai genitori. Prima di iscriversi alla Facoltà di Geologia e Cartografia, Marco si era diplomato al “Gramsci” di Ivrea. La montagna, ancora una volta ha avuto il suo tributo di sangue e ha lasciato in preda ad un dolore incontenibile un’altra famiglia a causa di una tragica, ennesima fatalità.
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