07/12/2018

Ribalta internazionale per uno studio dell’Asl sugli antibiotici che sconfiggono i batteri resistenti

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E’ stato pubblicato nella prestigiosa rivista di livello internazionale “Infectious Diseases and Tropical Medicine” un lavoro sull’utilizzo del nuovo antibiotico Ceftazidime-Avibactam nel trattamento delle infezioni da Enterobatteri resistenti alla terapia antibiotica con carbapenemici.  Il lavoro è stato coordinato dalla dottoressa Francesca Canta, infettivologa, dirigente medico della Medicina Ivrea, diretta dal dottor Lorenzo Gurioli, in collaborazione con gli altri medici del reparto e con la Farmacia Ospedaliera dell’Azienda, diretta dalla dottoressa Elena Zinetti.

La dottoressa Canta ha inoltre presentato lo stesso lavoro, come comunicazione orale, nel corso del recente Congresso Nazionale della Società Scientifica FADOI (Federazione delle Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti), tenutosi a Bologna dal 12 al 15 maggio scorsi.

Le infezioni emergenti da microrganismi multiresistenti (Acinetobacter baumanni, Enterobatteri resistenti ai carbapenemi, Staphylococcus aureus meticillino resistente, Enterococcus vancomicina – resistente, Pseudomonas aeruginosa resistente a tutti gli antibiotici testati, etc.) rappresentano un problema clinico e assistenziale rilevante, non solo all’interno degli ospedali ma in tutte le strutture sanitarie e assistenziali.  La prevalenza di infezioni da microrganismi Gram negativi carbapenem-resistenti è in incremento. Secondo il Servizio di Sorveglianza Europeo dell’antibiotico-resistenza, in Italia gli isolamenti da colture su campioni di sangue del microrganismo Klebsiella spp carbapenem-resistente è ora del 33.9%. Le opzioni terapeutiche per le infezioni da enterobatteri carbapenem-resistenti sono attualmente limitate a fronte di una pesante mortalità che si aggira sul 60% dei casi riportati.

Lo studio medico presenta una casistica di sei persone assistite trattate con il nuovo antibiotico Ceftazidime-Avibactam, disponibile nella Farmacia Ospedaliera dal 21 febbraio scorso: quattro terapie di salvataggio da precedenti fallimenti terapeutici o tossicità (insufficienza renale da antibiotico colistina) e due casi di terapia iniziale per microrganismi resistenti a qualsiasi altro antibiotico. Delle sei persone trattate, tre erano casi critici (due infezioni generalizzate gravi, uno shock settico). L’antibiotico è stato utilizzato come unica terapia in tre casi e in associazione ad altri antibiotici negli altri tre casi. In tutti i pazienti trattati il risultato è stato favorevole in termini di controllo dell’infezione, confermando l’utilità di questa nuova opzione terapeutica laddove le possibilità sono attualmente limitate. Questa casistica è stata, inoltre, utilizzata in ambito nazionale da un Centro di coordinamento per valutare l’efficacia del farmaco su una più ampia popolazione, i cui risultati sono in fase di elaborazione.

“Il problema della resistenza agli antibiotici – commenta il direttore generale dell’Asl T04, Lorenzo Ardissone – è di grande attualità e rilevanza sanitaria. Sono molto soddisfatto che i nostri medici, oltre all’attività clinica, diano un contributo alla ricerca scientifica”.

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