03/11/2017
Cronaca
Curva del Bogo, i sindaci Rostagno e Bartoli alla Città Metropolitana: “La strada deve essere sicura”
Rivarolo Canavese
/Basta con le stragi: il tratto di strada dove si trova al famigerata curva del Bogo, la stessa dove domenica 29 ottobre hanno perso la vita in un incidente stradale i giovani Raffaele Mazzamati e la diciottenne Debora Biscuola, va messa in sicurezza. La richiesta, molto esplicita, è stata avanzata dai sindaci Alberto Rostagno di Rivarolo Canavese e Sergio Bartoli di Ozegna. In una lettera inviata al vicesindaco della Città Metropolitana Marco Marocco e a consigliere delegato alla Viabilità Antonio Iaria e la dirigente del settore Lavori Pubblici della ex Provincia di Torino Matteo Tizzani, si invitano i vertici politici e tecnici della Città Metropolitana ad effettuare al più presto un sopraluogo insieme ai due sindaci per la messa in sicurezza di quel tratto di strada provinciale 222.
La Curva del Bogo che si trova al confine tra i comuni di Rivarolo Canavese e di Ozegna è già stata teatro nel passato di tragici incidenti stradali. Al netto del fatto che gli automobilisti devono viaggiare con la massima prudenza è innegabile che quella strada non è sicura: lo dimostra il fatto, come sottolineano gli amministratori dei due comuni che il manto stradale andrebbe rifatto e che nei tratti cruciali dell’arteria viaria mancano i guard-rail. Ma per rendere maggiormente sicura quella strada occorrerebbero interventi radicali. In passato l’amministrazione comunale di Ozegna aveva, in seguito ad alcuni gravi incidenti stradali, segnalato la pericolosità della strada e aveva installato a proprie spese rilevatori luminosi della velocità sia all’ingresso che all’uscita del centro abitato e che sono spenti ormai da anni.
C’è anche da dire che in quell’occasione l’amministrazione comunale di Ozegna aveva suggerito (senza che ovviamente si sia fatto nulla) ad alcuni funzionari dell’ente locale di installare i guard-rail dove erano assenti, la realizzazione di bande rumorose, l’installazione di barriere spartitraffico e verificare la corretta inclinazione del piano stradale. Richieste che sono rimaste lettera morta e che adesso vengono reiterate dopo l’ennesimo incidente mortale che ha mietuto in un tragico attimo due giovani vite e gettando nel lutto due comunità: quella di Castellamonte dove abitava Debora e quella di Feletto dove risiedeva Raffaele. (Immagine di repertorio).
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